Non c’è due senza tre: la continuità della politica Usa nel Medio Oriente

Con l’attacco statunitense alla base aerea siriana di Sharyat, qualsiasi speranza o timore che la politica estera americana potesse cambiare con Trump è stata cancellata, allo stesso modo di quanto accaduto con Barak Obama rispetto ai suoi predecessori.Sono oramai diversi anni che abbiamo documentato in Medio Oriente senza pace come la politica americana nel Medio … continua a leggere

Europa tra Cina e Stati Uniti: una prospettiva

Pubblichiamo il testo dell’intervista di Nicola Cesarini dell’Istituto Affari Internazionali di Roma, con Mercy Kuo, autrice del libro The Rebalance, pubblicata lo scorso 25 ottobre sulla rivista on line The Diplomat, specializzata nelle questioni che riguardano il mondo asiatico.L’intervista risulta particolarmente interessante da diversi punti di vista: in primo luogo mostra uno degli aspetti meno … continua a leggere

L’Italia con la Nato in Lettonia: la questione di fondo

È necessaria una messa a punto per dare il giusto valore alla decisione del governo italiano di inviare 140 soldati italiani in Lettonia, come componente della forza Nato dislocata in quel Paese, al confine con la Federazione Russa.L’orientamento della Nato a rafforzare militarmente i Paesi dell’Europa orientale (Paesi Baltici, Polonia, Bulgaria, Romania) è stata consacrata … continua a leggere

La nuova bomba atomica intelligente USA, su misura per l’Europa

Il 1° agosto 2016 la National Nuclear Security Administration (NNSA), agenzia semi-autonoma costituita nel 2000 nell’ambito del ministero dell’Energia statunitense, ha annunciato l’autorizzazione formale all’ingegnerizzazione della nuova testata nucleare B61-12. Questo annuncio, dopo quattro anni di attività di sviluppo dell’arma, segna l’inizio della fase finale che porterà alla produzione della prima unità della bomba nel … continua a leggere

Rapporto Chilcot: le menzogne inglesi sull’invasione dell’Iraq

È poco definire banale la maniera con cui la stampa, in primo luogo italiana, ha accolto le conclusioni del “rapporto Chilcot”, la commissione parlamentare d’inchiesta inglese che ha riesaminato le modalità con cui la Gran Bretagna affiancò gli Usa nella decisione di invadere l’Iraq nel 2003.

Stiamo parlando della decisione di attaccare un Paese sovrano, senza alcun accordo da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: anzi, in chiaro disaccordo con la maggioranza di esso, a partire dalla Francia, che l’allora presidente Chirac oppose nettamente, insieme a Russia e Cina, alla volontà bellicista delle potenze anglo-sassoni.

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