Schiavi del cellulare? Dipendenza dal digitale: rischi e soluzioni

Nell’ambito degli Erasmus Days, sei giorni per celebrare il programma comunitario Erasmus Plus, promosso con il patrocinio dell’Unione Europea, il Centro Libero Analisi e Ricerca CLAR ETS ha organizzato lo scorso novembre un incontro con famiglie, insegnanti e studenti per dibattere un tema quanto mai attuale: la dipendenza dei giovani dagli strumenti digitali, in particolare i cellulari, che sta assumendo aspetti patologici di massa.

L’evento “Schiavi del cellulare? Dipendenza dal digitale: rischi e soluzioni” si è svolto con il patrocinio del Comune di Trecastelli a Passo Ripe (Trecastelli, AN), nella sala parrocchiale, con una partecipazione numerosa e interessata.

Il presidente del CLAR ETS e moderatore dell’evento, Luca Serafini, ha evidenziato come già nel 1996, nell’anno di fondazione dell’associazione, tra gli scopi statutari vi fosse l’intento di “favorire la libera e piena estrinsecazione delle qualità spirituali dell’individuo contrastando il bullismo e la povertà educativa”. I segnali, infatti, di una progressiva alienazione digitale dei giovanissimi c’erano già tutti, e oggi sono diventati un problema evidente per le famiglie e per la scuola.

Si tratta di problematiche ben note a tutti gli operatori della comunità educante: insegnanti, genitori, psicologi. Durante l’incontro, queste sono state affrontate con un taglio informativo e divulgativo, ma fondato su rigorose basi tecniche e scientifiche, in modo da fornire punti di riferimento concreti a tutti i presenti.

In questo senso, il Sindaco di Trecastelli Marco Sebastianelli, inaugurando i lavori, ha fatto presente l’attualità del problema e come le famiglie abbiano bisogno di indicazioni per affrontare con i propri figli il tema delle dipendenze da cellulare.

Elena Sinatti del CLAR ETS ha illustrato il significato degli ErasmusDays, che hanno fatto da cornice internazionale all’evento, ed i progetti nell’ambito del programma comunitario Erasmus che il CLAR ETS ha sviluppato in questi ultimi anni. In particolare i progetti Planet Friendly Schools (www.planetfriendlyschools.eu/it), percorsi didattici per le scuole che si vogliono prendere cura del nostro pianeta; e la piattaforma Vivet Education (vivet.education), sito web della formazione professionale gratuita; Waterschool progetto di Formazione professionale per promuovere nelle scuole il consumo dell’acqua come bevanda primaria e salutare.

La parola è poi passata agli esperti, che hanno affrontato i diversi aspetti della dipendenza dai cellulari, mettendo in luce anche aspetti inediti, dei quali non è sempre immediato e intuitivo rendersi conto.

Marco Perugini, autore di Nati nel Metaverso, giovane professionista di Social e piattaforme di gaming, ha sottolineato che i genitori di oggi non hanno alibi. A differenza delle famiglie del passato, come quella dei suoi genitori, che poco o nulla sapevano di digitale e di strumenti elettronici, i genitori di oggi sono digitalmente alfabetizzati e devono, quindi, interessarsi alle attività svolte dai figli nel mondo parallelo del digitale. Sorvegliando, indirizzando, prevenendo, istruendo.

Gli ha fatto eco Giovanni Siena, vicepresidente Di.Te – Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, Gap e Cyberbullismo – che ha raccontato quello che sembra un paradosso: quando una famiglia chiede all’associazione di intervenire per una problematica in ambito digitale del proprio figlio, Siena convoca per prima cosa i genitori, perché, ha spiegato, spesso i ragazzi hanno bisogno di altro di quello che trovano dentro lo smartphone e soprattutto hanno necessità di sentirsi dire no dai propri genitori. Quante volte i genitori chiacchierano con un figlio, si confrontano e parlano? Oramai nelle famiglie, anche quando si è vicini, si resta terribilmente lontani.

I device elettronici non vanno demonizzati, ma va costruita insieme ai propri figli un’interazione sana con la tecnologia. Vanno regolamentati tempi e modalità di utilizzo e di spegnimento, in modo che non vadano a sostituire un’interazione umana e diretta con i genitori. Questo richiede, però, un gravoso e costante impegno da parte loro. Gli smartphone non devono servire per mascherare un’assenza educativa e affettiva.

Giorgio Capellani, autore di Crescere nell’era Digitale Edilibri Milano, ha fornito un’evidenza scientifica incontrovertibile: il cervello di un bambino fino ai 7 anni non è strutturato per interagire con uno strumento digitale, ma basa il suo apprendimento soprattutto sull’attività tattile, con la quale scopre il mondo.

Il bambino che forma il suo carattere e la sua conoscenza del mondo avrebbe bisogno di esempi e attività che le tecnologie elettroniche non potranno mai sostituire. I bambini non conoscono la vera natura degli strumenti che diamo loro in mano: occorre fargli capire cosa c’è dietro, che sono strumenti creati dall’uomo, spesso per scopi non educativi ma di business. È molto importante che genitori ed educatori capiscano che la tecnologia non è neutrale, ma che la sua progettazione logica e funzionale influenza il modo di pensare dell’utilizzatore.

Gaetano Sinatti ha sottolineato un aspetto inedito ma fondamentale, rilevato in ambito scolastico: i ragazzi dipendono dal cellulare per la loro socialità, ma non hanno gli strumenti conoscitivi e la capacità di usare la tecnologia digitale al meglio delle sue potenzialità. Per esempio, non sono in grado di effettuare una ricerca avanzata in Rete, riconoscere una fake news, interagire sui social con argomentazioni articolate. Questo analfabetismo digitale li rende fruitori passivi, preda di stimoli sempre più forti che l’universo parallelo digitale propina loro attraverso i vari canali social che frequentano, senza disporre di una capacità critica.

Un altro fenomeno preoccupante che si rileva nelle scuole è l’aumento della carenza di concentrazione. L’uso passivo dei cellulari non aiuta a sviluppare la capacità di pensare e di concentrarsi. E così, a fronte di un’apparente digitalizzazione degli strumenti di apprendimento, nella realtà sono diminuite anche le competenze tecnologiche, e si registrano insufficienze conoscitive in particolare nell’ambito linguistico, matematico e scientifico.

Non ultimo, la scuola italiana ha affrontato con superficialità – ad essere generosi – il tema della privacy, preferendo l’utilizzo di piattaforme private-commerciali (come Google e Microsoft) a quelle gratuite open source, con il risultato di aver reso facilmente accessibili a multinazionali straniere dati sensibili dei nostri ragazzi.

L’incontro pubblico si è concluso con un vivace e interessante dibattito, dal quale è emersa la richiesta da parte di famiglie ed educatori di replicare la serata anche in altre città e di organizzare momenti di formazione per le famiglie su come affrontare il problema della dipendenza dal cellulare dei propri figli.

Per questo motivo, CLAR ETS organizza un secondo incontro “Schiavi del cellulare?” a Fano, il prossimo 16 febbraio 2024, alle ore 21, presso la Sala Parrocchiale, Chiesa Gran Madre di Dio via del Ponte 10 – 61032 Fano (PU).

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