Collaborazione navale fra Iran, Russia e Cina nel Golfo Persico

L’Iran, per voce dell’ammiraglio Hossein Khanzadi, ha annunciato che la marina iraniana terrà esercitazioni congiunte nel Golfo Persico in collaborazione con Russia e Cina.

L’iniziativa iraniana HOPE

L’Iran ha proposto da alcune settimane all’ONU un’iniziativa internazionale, denominata HOPE (Hormuz Peace Endeavor), rivolta a creare, sotto l’ombrello delle Nazioni Unite, un progetto, basato sui principi della non aggressione e della non-interferenza, finalizzato a garantire la sicurezza energetica, assicurando nel Golfo Persico piena libertà di navigazione.

Per il Ministro degli Esteri della Repubblica Islamica, il passaggio nello stretto di Hormuz dovrebbe essere consentito alle imbarcazioni dell’Iran e delle nazioni del Consiglio di Cooperazione del Golfo — Oman, Qatar, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Arabia Saudita, così come all’Iraq, allo Yemen ed alle realtà che dipendono economicamente dallo stretto.

L’annuncio adesso delle esercitazioni navali congiunte con Russia e Cina, conferma il crescente interesse dell’Iran nei confronti della Cina, così come per Tehran la collaborazione costante con la Russia rappresenta da tempo un elemento fondamentale per la sicurezza del Paese mediorientale.

Il problema per Teheran è che, mentre la Cina è un colosso navale emergente e la Russia è una potenza navale storica, l’Iran ha una marina debole: un alto funzionario americano ha dichiarato in una conferenza del febbraio 2019 che gli Stati Uniti potrebbero facilmente annientare la marina iraniana.

Il messaggio dell’Iran è quindi che esso potrebbe ora contare, anche sul piano navale, sull’appoggio di Russia e Cina: si tratterebbe di un elemento fondamentale utile per contrastare la cosiddetta campagna di “massima pressione” sviluppata dagli Stati Uniti. La strategia di difesa nazionale degli Stati Uniti, concepita tra il 2015 e il 2018, è infatti apertamente rivolta a Iran, Russia, Cina e Corea del Nord, considerate dei pericoli per gli interessi fondamentali statunitensi.

La competizione navale tra Usa e Cina

Gli Stati Uniti stanno incrementando la propria potenza navale, la prima al mondo, con lo stanziamento a bilancio di altri 20 miliardi di dollari, per il potenziamento della loro flotta sottomarina. La Cina sta cercando di costruire la sua quarta portaerei e ha recentemente chiuso alle navi da guerra Usa il porto di Hong Kong, come evidente invito agli Stati Uniti a non interferire nella sua politica regionale. Gli Stati Uniti stanno spendendo complessivamente 650 miliardi di dollari per la difesa, il più alto budget militare al mondo, mentre la Cina ne spende “appena” 250.

La Russia ha invece recentemente varato una nuova classe di cacciatorpediniere, denominata Gromky, e quest’anno ha anche inviato in visita ufficiale a Cuba l’ammiraglio Gorshkov, un altro evidente messaggio rivolto agli Stati Uniti.

Non solo gli Usa operano nel Golfo Persico con la propria flotta. Anche la Francia è in gioco in quell’area: essa ha indotto un altro Paese europeo, i Paesi Bassi, a prendere parte alla missione navale guidata dagli Emirati Arabi Uniti. Gli Stati Uniti hanno tenuto le loro esercitazioni marittime IMX nel Golfo lo scorso ottobre per tre settimane, mettendo in mostra le proprie forze, tanto più che la Quinta Flotta americana ha ora base in Bahrein.

Gli Stati Uniti hanno costituito l’International Maritime Security Construct (IMSC) insieme a Regno Unito, Australia, Bahrein e Arabia Saudita: si tratta di un complesso di forze navali a guida Usa, che, a seguito dei misteriosi e mai ben chiariti attacchi a petroliere nel Golfo Persico verificatisi a partire dallo scorso maggio, esercitano una pressione militare costante sull’Iran.

Quest’ultimo sta quindi cercando di allentare questa pressione ricorrendo al supporto delle uniche due grandi potenze, Russia e Cina, ancora in grado di controbilanciare il predominio globale statunitense.

Print Friendly, PDF & Email