“Potenze revisioniste" e ordine internazionale Usa

La destabilizzazione della pace mondiale sta proseguendo a ritmo accelerato da parte dell’amministrazione Usa. Dopo la decisione di affermare Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico, che ha già infiammato gli animi in tutta la Palestina, pochi giorni fa è stata confermata la decisione americana di fornire 210 missili anticarro FGM.148 Javelin alle forze armate ucraine: si tratta di un’arma che accresce il potenziale militare della repubblica Ucraina, mettendola in condizione di sviluppare con assai maggiori possibilità di successo il conflitto contro le regioni separatiste filo-russe del Donbass e Lugansk. Una tipica guerra a bassa intensità, soprattutto mediatica, che però, dal 2014, ha mietuto già oltre 10mila vittime tra civili e militari – rendendo sempre più precario l’accordo per una sospensione delle ostilità stipulato a Minsk nel 2015 grazie alla mediazione di alcuni Stati europei.
Questa nuova mossa sembra del tutto in linea con il documento strategico annuale della Casa Bianca, l’NSS (National Security Strategy), lanciato lo scorso settembre dall’amministrazione Trump, che delinea la visione complessiva della posizione degli Usa nel mondo, dal punto di vista nordamericano. Un documento rivelatore di una davvero inquietante volontà di potenza che, priva ormai persino di qualsiasi residua motivazione ideologica, assume toni particolarmente virulenti nei confronti di Cina e Russia.
Il presupposto è questo: “Un elemento centrale di continuità nella storia è la lotta per il potere. Il periodo attuale non è diverso. Tre principali tipi di sfidanti stanno gareggiando attivamente contro gli Stati Uniti ed i loro alleati e partner: le potenze revisioniste di Cina e Russia, gli stati canaglia di Iran e Nord Corea, e le organizzazioni transnazionali del terrore, in particolare i gruppi terroristi jihadisti”. Se resta difficile comprendere in qual modo i terroristi islamici, l’Iran e la Corea del Nord possano davvero competere con gli Usa per il dominio del mondo – è molto più interessante la nuova categoria escogitata dagli analisti della Casa Bianca per definire Cina e Russia, quella di “potenze revisioniste”.
Il nocciolo del revisionismo di cui sono accusati questi Stati sta nel fatto che essi “in breve competono per le nostre posizioni di vantaggio sul piano geopolitico e cercano di mutare l’ordine internazionale in loro favore”. Agli studiosi contemporaneisti è certamente familiare il termine di “revisionismo” applicato alle relazioni internazionali: furono infatti Italia, Russia e Germania a fare, dopo la Grande Guerra, del revisionismo una loro posizione ufficiale in politica estera, allorché esse definirono ingiusti i trattati scaturiti dalla vittoria alleata, e dunque bisognosi di una revisione che evitasse il rischio di nuovi conflitti – come poi puntualmente avvenuto. Difficile quindi ritenere che il termine sia stato scelto oggi a caso.
In particolare, la Russia viene anche accusata senza mezzi termini di svolgere un vero e proprio ruolo “sovversivo” nel mondo contemporaneo. Dice la NSS: “la Russia interferisce negli affari politici interni degli Stati in tutto il mondo mediante forme modernizzate di sovversione. La combinazione di ambizione e di crescenti capacità militari della Russia crea una linea di frontiera instabile in Eurasia, laddove il rischio di un conflitto dovuto a errati calcoli da parte della Russia è crescente”. Un’accusa davvero interessante, se si pensa per esempio al ruolo avuto dalla Russia nella sconfitta del Daesh in Medio Oriente… Ma evidentemente anche questo intervento, così utile per gli Occidentali ed Israele, fa parte del tentativo della Russia “di ricostruire il suo status di grande potenza e stabilire sfere di influenza lungo i propri confini”. L’esempio è subito pronto: “La Russia – si legge infatti nel documento, sta utilizzando misure sovversive per indebolire la credibilità dell’impegno americano in Europa, danneggiando l’unità transatlantica e indebolendo le istituzioni ed i governi europei. Con le sue invasioni in Georgia ed Ucraina, la Russia ha dimostrato la propria disponibilità a violare la sovranità degli Stati della regione. La Russia continua ad intimidire i suoi vicini con un comportamento minaccioso, ad esempio con il suo spiegamento di armi nucleari e lo schieramento avanzato di forze offensive”.
L’amministrazione dunque risuscita i concetti di “revisionismo” e di “sovversione”, risalenti rispettivamente al periodo fra le due guerre e a quello della Guerra Fredda, per marchiare i propri nuovi nemici, dimenticando che gli schieramenti di armi nucleari ed il preposizionamento di materiali e truppe è abitudine angloamericana da oltre un secolo in tutte le aree strategiche del mondo.
Queste minacce però bastano per gli Usa quindi a giustificare che, qualche settimana fa, il Senato Usa abbia approvato stanziamenti bellici per circa 700 miliardi di dollari per il solo anno fiscale 2018, con un aumento senza precedenti di oltre il dieci per cento sull’anno precedente; così come, appunto, la decisione di dotare l’Ucraina di armi controcarro di ultima generazione.
Immediato ovviamente l’allineamento dell’apparato propagandistico della Nato alla nuova linea dettata da Trump. È infatti di poche ore fa l’intervista rilasciata dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, al Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung ed alla rivista Usa Politico, il quale stigmatizza la minaccia gravissima rappresentata dai sottomarini russi per le linee di collegamento atlantiche – minaccia che includerebbe il rischio del taglio dei cavi sottomarini che portano internet nel mondo: “La vulnerabilità dei cavi marini può mettere a rischio il nostro modo di vivere”, sottolinea drammaticamente Stoltenberg. Non da meno il generale Usa Robert Neller, comandante del corpo dei Marines, che pochi giorni fa, in visita ad una base Nato a Trondheim, in Norvegia, ha dichiarato senza mezzi termini: “Spero di sbagliarmi, ma c’è una guerra all’orizzonte e voi ci finirete in mezzo”.
Continuando ad aizzare le volontà imperiali di Israele in Medio Oriente; armando un Paese come l’Ucraina, di importanza strategica e con cui la Russia è già in armi da tre anni; incrementando in modo sempre più grandioso la propria capacità militare – è evidente che gli Usa si stanno preparando ad una guerra. Più che dai “revisionisti” sembra che la maggiore minaccia alla pace sia perciò rappresentata proprio dall’ordine internazionale che gli Usa hanno costituito. L’unica area mondiale rimasta fuori, dal 1945 ad oggi, dai conflitti disseminati in tutto il mondo dall’egemonia anglosassone è stata proprio l’Europa, sia pure al prezzo della sua divisione in blocchi, della perdita di sovranità dei suoi Stati e di ripetute applicazioni di strategie della tensione. Ci si augura che non debba cadere anche quest’ultima illusione.
Print Friendly, PDF & Email