Brics 2023, alla ricerca di un ordine mondiale alternativo

Il 15° vertice BRICS del 2023, tenutosi a Johannesburg, Sud Africa, dal 22 al 24 agosto, è stato un evento che ha superato tutte le aspettative. Ha inviato un segnale forte, indicando che l’ordine mondiale post-Seconda guerra mondiale sta attraversando una fase di transizione inevitabile, i cui esiti sono ancora incerti. Questo vertice ha sottolineato l’urgenza per il mondo di accettare la realtà di un ordine multipolare in evoluzione e di adattarsi ai cambiamenti fondamentali nella governance globale.

La crescente richiesta di adesione ai BRICS da parte di altre nazioni è un sintomo di malcontento sempre più profondo verso il sistema internazionale dominante. Le azioni unilaterali dell’Occidente, come l’uso frequente di sanzioni finanziarie, l’abuso dei meccanismi di pagamento internazionali e l’insufficiente impegno per questioni globali cruciali come il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare e la salute pubblica, hanno alimentato il disincanto verso l’ordine attuale.

Verso un mondo multipolare?

L’espansione dei BRICS verso un formato BRICS+ e l’adozione di principi guida, standard e procedure hanno reso il gruppo più che attraente per i paesi in via di sviluppo. Anche il profilo dei nuovi membri suggerisce che il sistema è diretto verso qualcosa che va oltre i partner tradizionalmente “accettabili” agli occhi dell’Occidente. La presenza dell’Iran e dell’Arabia Saudita, rivali storiche, e le reazioni a tutto questo, la capacità di gestire le differenze e i diversi approcci nella politica internazionale nel prossimo futuro saranno elementi chiave e interessanti da seguire.

Questo cambiamento segna una denuncia nei confronti dell’Occidente per la sua responsabilità nelle crisi e nei conflitti mondiali1, nonché per la sua incapacità di gestire le conseguenze di tali eventi. Gli antichi schemi di appartenenza a un ordine stabilito stanno perdendo significato poiché la fiducia nei confronti dei partner tradizionali e, in particolare nel ruolo guida degli Stati Uniti, è in declino; il mondo si sta aprendo a nuove possibilità, suggerendo l’urgente necessità di riformare le relazioni internazionali al fine di superare l’auto-referenzialità occidentale.

Un altro aspetto cruciale è come questi paesi aderenti al BRICS+ sfruttino i nuovi sistemi di cooperazione proposti dal gruppo. Anche se l’idea di una valuta BRICS comune può sembrare prematura, il commercio nelle valute nazionali sta diventando una realtà. L’espansione dei BRICS rappresenta sicuramente un tentativo di creare un ordine mondiale alternativo.

In particolare, la Nuova Banca di Sviluppo 1 assume un ruolo fondamentale in questo contesto. Le critiche all’Occidente per la sua arroganza nei confronti delle esigenze del mondo in via di sviluppo sono ben fondate. L’Occidente non può rispondere con “partnership basate sul valore” e un multilateralismo “basato sulle regole” quando i BRICS mirano a riformare tali regole nella finanza globale, nel commercio e nella definizione degli standard internazionali.

L’espansione dei BRICS implica quindi un maggiore allineamento delle agende geopolitiche ed economiche all’interno del gruppo e un tentativo di graduale affermazione di una leadership a probabile guida cinese. Questa espansione coinvolge anche i principali produttori globali di petrolio, situati strategicamente in luoghi cruciali come il Canale di Suez, lo Stretto di Hormuz e lo Stretto di Bab-al Mandab.

L’India, l’Iran e la Russia stanno già sviluppando importanti corridoi di trasporto internazionale nord-sud, mentre l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti forniscono gran parte delle importazioni energetiche della Cina. Il Brasile, l’ultimo paese ad aderire all’espansione, ha insistito sull’inclusione dell’Argentina come condizione per il suo appoggio, rafforzando così ulteriormente il fronte dei paesi latini dei BRICS.

In sintesi, il Vertice BRICS 2023 ha rappresentato secondo il parere di diversi osservatori accreditati, un passo significativo nella ricerca di un ordine mondiale alternativo. L’espansione del gruppo e l’adozione di nuovi sistemi di cooperazione rappresentano un tentativo di sfidare l’auto-referenzialità dell’Occidente. Il futuro dirà se questi sforzi avranno successo, ma è innegabile che il mondo sta attraversando una fase di cambiamento e i BRICS stanno cercando di guidare questa trasformazione.

La prossima presidenza russa dei BRICS, prevista per il 2024, si concentrerà sull’uso di valute locali e sistemi di pagamento, con l’inclusione dell’Iran che renderà il gruppo ancora più assertivo nelle sue critiche all’Occidente, concentrandosi principalmente sugli Stati Uniti e Israele. Nel frattempo, gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita, entrambi paesi ricchi di petrolio e modernizzati, si stanno orientando sempre più verso i mercati asiatici delle materie prime.

Occidente e Nuovi Equilibri

Il Vertice BRICS del 2023 ha stabilito chiaramente la direzione da seguire. Questo gruppo di nazioni non sta cercando di essere semplicemente anti-Occidente, ma sta costruendo attivamente un “alter-Occidente”. Questo significa che i BRICS stanno espandendo il loro spazio d’azione e interazione, bypassando il mondo occidentale e rifiutando la partecipazione dei paesi occidentali.

Ogni stato BRICS ha la libertà di sviluppare relazioni con gli Stati Uniti e l’Europa, ma con la chiara condizione di non danneggiare gli interessi dei membri BRICS. Quello che accomuna gli attuali e i futuri membri dei BRICS è la negazione e l’accantonamento del diritto degli Stati Uniti e dell’Unione Europea a imporre restrizioni sulla politica estera e sulle attività economiche di altre nazioni.

Questo spazio BRICS sta emergendo come uno strumento per diversificare il panorama mondiale, allontanandosi dalla dominazione occidentale per abbracciare un mondo più diversificato e sfaccettato. L’Occidente rischia di diventare vittima della sua stessa sovrastruttura, poiché, inevitabilmente, alla fragile e intricata architettura delle multinazionali occidentali si sostituiranno, gradualmente, entità post-imperiali e nazionali più solide. Questo cambierà in modo radicale gli equilibri globali, con un possibile spostamento del centro di potere verso oriente.

Un elemento cruciale da notare è il differente approccio dell’Occidente e dei BRICS nei confronti del Sud del mondo. Il G7 tende ad invitare solo occasionalmente i paesi del Sud del mondo a dialoghi parziali, mentre i BRICS hanno ora reclutato sei nuovi membri influenti provenienti dal Medio Oriente, dal Nord Africa e dal Sud America. Questa espansione dimostra la capacità dei cinque membri BRICS di ottenere consensi e l’interesse crescente di altri paesi nel mondo a impegnarsi con il gruppo.

La visione dei BRICS è quella di espandere la loro influenza nei paesi in via di sviluppo e nei dibattiti mondiali. Questo è stato evidenziato dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa durante il vertice, quando ha richiamato la Conferenza di Bandung del 1955.

Con i prossimi tre presidenti del G20 che saranno membri BRICS, la voce del Sud del mondo sarà integrata nell’agenda del G20 in un’ottica anti-americana. È importante notare che i leader BRICS hanno mostrato apprezzamento per la proposta della Missione di pace dei leader africani per una soluzione pacifica della crisi ucraina posizionandosi come fascia di paesi “non-allineati” alle politiche della NATO.

Il gruppo sta espandendo il proprio raggio d’azione e sta costruendo un’alternativa all’Occidente, basata sulla diversità e la cooperazione globale. Questo approccio sta guadagnando sempre più consensi nei paesi in via di sviluppo e rappresenterà una sfida significativa per l’egemonia occidentale nelle questioni globali.

Nuovi attori nel mondo globalizzato

Il Vertice BRICS del 2023 ha segnato un punto di svolta nella ridefinizione del contesto geo-economico globale. L’aggiunta di sei nuovi membri ha dimostrato la determinazione dei BRICS a creare un blocco di grandi economie emergenti, guidato principalmente dalla Cina, per rappresentare gli interessi del mondo in via di sviluppo.

I sei nuovi paesi membri, ovvero Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, entreranno ufficialmente a far parte del gruppo a partire da gennaio 2024. Questa politica espansiva e inclusiva dei BRICS sta influenzando profondamente il panorama geo-economico globale.

Si può affermare con relativa sicurezza che l’espansione dei BRICS sta cercando di creare un ordine mondiale alternativo. La Cina e la Russia, in particolare, stanno cercando di posizionare i BRICS come contrappeso al Gruppo dei 7 (G7) e ad altri allineamenti guidati dall’Occidente.

I BRICS mirano a rimodellare la governance globale, promuovendo scambi in valute locali, riformando le Nazioni Unite e il Fondo Monetario Internazionale (FMI). La dichiarazione del vertice BRICS ha sottolineato il loro impegno a integrare e riformare le istituzioni internazionali esistenti.

La riforma dell’architettura della governance globale è un campo di battaglia cruciale, con i BRICS che cercano di spingere per un sistema più multilaterale di cui il centro non siano più gli USA né il punto di riferimento la visione occidentale, questa spinta incontra la resistenza dell’Occidente che cerca di accelerare su transizione ecologica ed espansione dell’area NATO.

Questa politica inclusiva non può che aver influenzato il recente vertice G20 2023 che si è tenuto a Nuova Delhi, in India, dal 9 al 10 settembre 2023, G20 di cui tutti i paesi BRICS fanno parte, in tale vertice, infatti, non è stata formulata nessuna condanna esplicita a Mosca per la guerra in Ucraina, il G20 si rivela quindi per l’occidente un’arma a doppio taglio.

Il mondo e gli equilibri Geopolitici stanno rapidamente cambiando e il G20 da solo potrebbe non essere più in grado di gestire questa trasformazione; la Cina e la Russia preferiscono posizionare i BRICS come un contrappeso al Gruppo dei 7 (G7) e ad altri allineamenti guidati dall’Occidente. Questo contrasta con l’approccio del G20 direttamente collegato a questo organismo, che cerca di promuovere a vantaggio della visione occidentale la cooperazione tra le principali economie del mondo, sia sviluppate che in via di sviluppo.

Il gruppo dei BRICS aspira a rimodellare la governance e i principali organi di governo mondiale, come ONU, WTO, FMI e il G20 stesso; la dichiarazione del vertice, infatti, ha evidenziato che i BRICS cercano di integrare e riformare le istituzioni internazionali esistenti.

Che l’era del dominio occidentale, spesso definito Pax Americana sia sulla via del tramonto?

Di certo il sistema di potere attuale con gli USA a capo, sta chiaramente affievolendosi. Il potere globale sta gradualmente spostandosi dall’Occidente all’Oriente, a causa di una serie di fattori, tra cui la crescita economica di nazioni emergenti come Cina e India, l’aumento dei prezzi delle materie prime e il trasferimento di ricchezza ed economia ai distretti industriali orientali.

Questo cambiamento geopolitico sta dando vita a un nuovo ordine mondiale multipolare, in cui il potere è distribuito più equamente tra le nazioni sviluppate a patto che nazioni come Sud-africa, Argentina e Brasile sappiano imporsi o controllare una possibile egemonia cinese. Questa evoluzione potrebbe portare a una ridefinizione del ruolo dell’Europa nel contesto internazionale, con conseguenze disastrose per la nostra economia che sarebbe schiacciata dalle superpotenze orientali nella loro lotta per il predominio e dovrebbe far riflettere a fondo l’attuale classe dirigente continentale riguardo la ridefinizione del ruolo dell’Europa nello scacchiere internazionale e nella sua posizione verso gli USA e il sistema Occidentale quindi, conseguentemente, sulla crisi Ucraina e nei rapporti verso la Russia.

Inoltre, il declino lento ma, a mio avviso, inesorabile degli Stati Uniti sta diminuendo la loro capacità di gestire l’economia e le conseguenti crisi a livello globale. In sintesi, il Vertice BRICS del 2023 ha lasciato un’impronta importante e, probabilmente indelebilei sulla scena mondiale, segnando una chiara transizione verso un nuovo ordine globale in cui le dinamiche di potere sono in rapida evoluzione.

Print Friendly, PDF & Email
Note
  1. La Nuova Banca di Sviluppo, in inglese New Development Bank BRICS (NDB BRICS), è un’istituzione finanziaria nata dagli accordi interstatali raggiunti durante il sesto summit dei paesi membri del BRICS, tenutosi in Brasile, a Fortaleza, il 15 luglio 2014, dove erano rappresentate le cinque principali economie mondiali emergenti. Esse si propongono come alternative al gruppo del G7 occidentale, nell’intento di scalzare il ruolo di preminenza degli Stati Uniti d’America e dei paesi europei e di superare il predominio valutario del dollaro. L’istituto è attivo operativamente a partire dal 2016. La sua sede è a Shanghai, mentre a Johannesburg (Sudafrica) verrà aperta una succursale per la regione africana.