I dati sui raid sauditi contro lo Yemen

Alla luce dei recenti attacchi compiuti da droni contro impianti sauditi, ulteriore gravissimo elemento nell’escalation politico-militare in Medio Oriente, proprio quando si stava riaprendo il dialogo fra Usa e Iran, consigliamo la lettura dell’infografica realizzata dal sito online Aljazeera.

Quattro anni di bombardamenti

Il giornale sintetizza i risultati dell’intervento saudita, sostenuto dagli occidentali nello Yemen, a partire dal 26 marzo 2015, con il quale si intendeva schiacciare in poche settimane l’alleanza dei ribelli Houti con le forze dell’esercito fedeli all’ex-presidente Ali Abdullah Saleh.

Si tratta di oltre 19.000 incursioni aree in quattro anni, che avrebbero provocato 60.000 morti, senza riuscire nemmeno a riconquistare la capitale Sanaa e le maggiori città del Paese.

Basandosi sui dati forniti dallo Yemen Data Project, quasi due terzi dei raid aerei avrebbero colpito obiettivi non militari, tra i quali aeroporti, ponti e strade, fattorie, scuole, impianti petroliferi e del gas, fabbriche, aziende private.

Negli scorsi mesi tra giugno e settembre, la coalizione ha concentrato la sua offensiva sulla città portuale di Hodeidah, dove le vittime hanno subito un incremento del 164%.

Popolazione civile alla fame

Secondo le Nazioni Unite, circa 20 milioni di yemeniti, vale a dire quasi due terzi della popolazione, sono a rischio di non potersi procurare il cibo quotidianamente, migliaia di persone muoiono di fame e di malattia, ed una media di otto civili al giorno perdono la vita per effetto dell’offensiva in corso.

Anche in questo caso, i liberatori e pacificatori alleati dell’Occidente compiono il loro lavoro con grande efficienza.

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