Vaccini e censura: il caso Mariano Amici

Parlavamo di dittatura in alcuni articoli precedenti: sicuramente qualcuno dei nostri lettori avrà pensato che stiamo esagerando. Ma episodi che confermano il clima autoritario che si sta instaurando in Italia e in Europa non mancano.

I principi del Consiglio d’Europa

Sulla questione vaccini, ad esempio, ci siamo sempre limitati a presentare dati di fatto, difficilmente discutibili. Riteniamo corretto che poi ognuno valuti consapevolmente e liberamente cosa sia meglio fare per la propria salute, in conformità a quanto previsto dalla nostra Costituzione (art. 32).

Siamo sostenuti in questo anche da una recente, autorevole presa di posizione: quella dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, che ha prodotto un documento sui vaccini1, assolutamente favorevole ad essi, che tuttavia, a nostro avviso opportunamente, contiene l’affermazione non equivoca, che riportiamo testualmente, di un concetto fondamentale:

«7.3.1. ensure that citizens are informed that the vaccination is NOT mandatory and that no one is politically, socially, or otherwise pressured to get themselves vaccinated, if they do not wish to do so themselves;
7.3.2. ensure that no one is discriminated against for not having been vaccinated, due to possible health risks or not wanting to be vaccinated;»

7.3.1. garantire che i cittadini siano informati in merito al fatto che la vaccinazione NON è obbligatoria e che nessuna pressione può essere esercitata, sul piano politico, sociale o in altro modo, perché essi siano vaccinati, se non desiderano farlo autonomamente;
7.3.2 garantire che nessuno venga discriminato per non essere stato vaccinato, a causa dei possibili rischi sanitari o perché non accetta di essere vaccinato.

Una pronuncia pubblica, della quale in Italia pochissimi organi di informazione hanno dato notizia, dato che era appena stata annunciata la soluzione finale della pandemia attraverso la campagna vaccinale europea.

Del resto lo stesso ex-premier italiano Giuseppe Conte, giurista di mestiere, poco prima che iniziassero le manovre di corridoio che ne hanno provocato l’assai poco gloriosa defenestrazione, nel corso di una conferenza stampa, su espressa domanda di un giornalista, aveva manifestato l’opinione che l’obbligatorietà delle vaccinazioni fosse inapplicabile sul piano giuridico.

Sembra ora invece che il nuovo governo intenda assumere una linea dura, rendendo obbligatori i vaccini per alcune categorie, per il momento.

La censura di Porta a Porta

Questo orientamento ha trovato un immediato ed eclatante riscontro in quei media di Stato che non hanno mai brillato per indipendenza e libertà di giudizio, incarnati da personaggi come l’immarcescibile Bruno Vespa, che, col suo pluridecennale Porta a Porta, ha attraversato felicemente prime seconde (e terze) repubbliche, senza mai deflettere dalla linea di incrollabile sostegno nei confronti di chi sta al potere – chiunque esso sia.

Poiché clarissa.it da sempre si occupa di evidenziare le distorsioni nei flussi di informazione dominanti, le omissioni, le falsificazioni, le imprecisioni – siamo rimasti sconcertati davanti al fatto che al dott. Mariano Amici, notoriamente critico nei confronti dell’approccio terapeutico oggi dominante, ufficialmente invitato alla trasmissione, sia stato dapprima impedito di esprimere il suo punto di vista; per poi essere addirittura estromesso, togliendogli bruscamente la parola, nel momento in cui il medico iniziava a dire la sua opinione.

La scena a cui abbiamo assistito, la tracotanza con la quale il conduttore ha deciso di “buttar fuori” dalla trasmissione il dott. Amici, suo ospite, oltre a dimostrare uno scarso rispetto verso regole elementari di buona creanza, rappresenta un episodio di malcostume giornalistico tra i più gravi e clamorosi, anche perché non giustificato da alcuna intemperanza dell’interessato.

L’impressione che questo modo di fare informazione determina in osservatori spassionati è che si invitino persone che hanno posizioni critiche verso le strategie mediche dominanti al solo scopo di screditarle davanti alla massa degli spettatori, additandole al pubblico ludibrio con criteri non dissimili da quelli della caccia all’untore di manzoniana memoria, invocando contro di loro interventi sanzionatori e inquisitorii, come se si trattasse di incalliti criminali.

Tanto più grave questa tecnica di demolizione mediatica dei non-conformisti, quando intanto si predica per ogni dove la solidarietà, la fiducia ed il senso civico dei cittadini: questi comportamenti degli strapagati signori dei media, che impattano sulle coscienze di milioni di persone, rappresentano una consapevole semina di ostilità verso i “diversi”, che ricorda molto da vicino comportamenti discriminatori e violenti che vengono rimproverati ai regimi totalitari del XX secolo.

La libertà di opinione ed il diritto alla sua espressione non è una coperta che si tira qua e là dove fa comodo, lasciando allo scoperto chi non ha le risorse finanziarie e gli addentellati politici per potersi tutelare. È uno dei fondamentali diritti dell’uomo e del cittadino, senza il quale una sedicente democrazia perde qualsiasi legittimità.

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Note
  1. Council of Europe, Doc. 15212, 11 January 2021 – Covid-19 vaccines: ethical, legal and practical considerations, Committee on Social Affairs, Health and Sustainable Development, Rapporteur: Ms Jennifer De Temmermann, France, Alliance of Liberals and Democrats for Europe