Gli Uomini d’Acciaio: Stalin e Superman in una fantasia di Mark Millar

Con personaggi che sono in vita da decenni, un nuovo genere che è sorto nel mondo del fumetto è il What If, ovvero la creazione di una storia partendo da un presupposto che si distacca dalla linea narrativa ufficiale e canonica.
Mark Millar dà origine ad un universo alternativo partendo da un geniale e succulento presupposto. Cosa sarebbe sucesso se la navicella che trasportava Superman in fasce fosse atterrata, invece che negli Stati Uniti, nell’ex Unione Sovietica?

 

I media spargono la notizia con crescente panico, qualcosa di potente, una nuova arma è in possesso dell’URSS, si tratta di Superman. Supervelocità, superforza, superudito, vista calorifica e ferma fede negli ideali comunisti.
Gli Stati Uniti chiedono aiuto al geniale dottore Lex Luthor, forse l’unica speranza di combattere l’alieno; l’uomo più intelligente contro l’alieno indistruttibile. Inizia una sfida lunga numerose battaglie.
Intanto i patti mondiali vengono alterati da questa nuova figura, che non può limitare il suo potere solo all’Unione Sovietica. Sorgono alleanze, come quella con Diana di Themyshira e Braniac, ma anche pericolosi nemici.
Un bambino che ha visto uccidere i due genitori dal NVKD (Commissariato del popolo per gli affari interni) perché contestavano il regime, è tornato per vendicarsi, per sopprimere il simbolo del potere, ed è diventato un pericoloso nemico, un terrorista ed una leggenda: Batmankoff.
Luthor non resta inoperoso un solo istante della sua vita e quando scoprirà la sua personale fonte di energia aliena, un verde anello, sarà pronto a creare l’esercito per la battaglia finale.

 

Mark Millar colpisce ancora. E fa centro.
La Guerra Fredda è un tema che ha sempre influenzato il mondo dei fumetti, basti pensare al capolavoro di Alan Moore Watchmen, ma sono rare le volte in cui questo spunto storico ha fatto fiorire grandi opere. Oltre quella appena citata, solo il volume di Millar si può ascrivere ad una letteratura fantapolitica elaborata seriamente dal mondo dei comics.
La storia è un vero gioiello, scritto con creatività innovativa e freschezza artistica. Un grande autore come lui non sarebbe mai caduto in un clichet retorico e condizionato dal contesto storico a cui si avvicina. Millar continua a raccontare imperterrito una storia di uomini e ambizioni, di potere e sentimento.
La sua impresa più riuscita nel volume è l’affascinante raffigurazione di Lex Luthor, che di solito è solo rappresentato come uno spregevole uomo di potere senza scrupoli, gratuitamente astioso e dall’odio incallito. Finalmente Luthor prende tutto lo spessore di una mente brillante, talmente al di sopra del resto dell’umanità che solo qualcosa di alieno può attirare la sua attenzione. La sua inventività, la sua visionarietà e il suo genio, possono essere ispirati solo da un nemico potente. Che senso avrebbe mostrarsi grande di fronte ad un umanità che già lo conosce come genio? Che conterebbe elevarsi al di sopra di una massa che già contempla da vette irraggiungibili? Superman, questa è una sfida per cui valga la pena battersi fino all’ultimo respiro, lottare fino all’ultimo eccitato neurone!

 

Ovviamente e per fortuna le tematiche sociali ed ideologiche sfumano rapidissimamente di fronte alla epica avventura dei protagonisti, Millar ci dà un vivido affresco di questa ipotesi fantapolitica e supereroistica, scrivendo una parodia che si trasforma in una ballata avveturosa.
Il regime stalinista si trasforma in ordine mondiale, trovando in Superman una guida più forte del defunto Stalin, i contestatori invece che nei gulag vengono trasformati in automi robo-superman, e pur di affermare la propria superiorità nessuno si fa scrupolo ad assoldare il peggior nemico; Batmankoff si allea con Pyotr Roslov, che ha ucciso i suoi genitori, Superman con Braniac.
Il potere e l’ambizione sono qualcosa che cambiano l’uomo. Superman pur volendo proteggere la Terra, diviene lo strumento di affermazione di un regime autoritario, Luthor, nella sola aspirazione di sconfiggere il suo più grande avversario, realizzerà grandi cose.
Millar non è un maestro di morale, non è uno di quegli autori che fa la paternale o vuole dare lezioni esistenziali, Millar racconta un storia dove il bene e il male non esistono, sono qualcosa che nella loro forma assoluta possono essere incarnati solo da identità aliene, perché l’essere umano invece è una creatura che lotta per affermare una propria identità, un proprio valore, oltre la morale e dei fini benefici. Qualcuno vuole amare, qualcuno vuole vendicarsi, qualcuno vuole solo vivere e qualcuno vuole vincere.

 

Dave Johnson è un piacevolissimo disegnatore. Dinamico, descrittivo con fresca decisione, ma senza pretese virtuosistiche. Il suo stile si addice moltissimo alla storia, con quelle linee leggermente geometriche e il tratteggio essenziale, ma deciso e completo. Kilian Plunkett gli assomiglia, ma è meno marcato nel segno, meno incisivo il suo chiaroscuro.
Un volume ben illustrato, con uno stile molto azzeccato e gradevole, un po’ cartoon, ma molto apprezzabile. Un ottimo lavoro.

 

Il buon Millar s’è inventato una nuova memorabile avventura, una storia che colpisce l’immaginario con personaggi spettacolari. La conclusione poi è una chiusura ad anello che solo lui poteva trovare.

 

SUPERMAN RED SON Absolute
storia di Mark Millar, disegni di Dave Johnson e Kilian Plunkett
RW Lion, 2015, € 24,95

già in

SUPERMAN RED SON
Planeta DeAgostini, 2009, € 15,95

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