Come ti cancello una libertà essenziale

Certo che il campionato di calcio europeo aiuta a distrarsi. Ma, attenzione, potrebbe essere pericoloso! L’euforia dei contagi che sono scesi rapidamente, l’aria di libertà tipica dell’estate e delle vacanze possono farci dimenticare che nei palazzi si continua a programmare il nostro futuro…

Il Regolamento sul “passaporto”

Guardate infatti cosa succede ad un regolamento dell’Unione Europea, precisamente il 2021/953, il quale tratta di una cosettina non da poco.

Esso è infatti il regolamento quadro “per il rilascio, la verifica e l’accettazione di certificati interoperabili di vaccinazione, di test e di guarigione in relazione alla COVID-19 (certificato COVID digitale dell’UE) per agevolare la libera circolazione delle persone durante la pandemia di COVID-19”.

In una parola il quadro normativo che regola la nostra (residua) libertà di spostarci liberamente in Italia e in Europa,  stabilendo anche i criteri tecnici dei documenti elettronici che dovrebbero regolare questo sacrosanto diritto.

Bene, al “considerando” n. 36 (per i non addetti, i considerando nei regolamenti europei sono le premesse in base alle quali si è deciso di scrivere quel regolamento…), il testo inglese recita:

«It is necessary to prevent direct or indirect discrimination against persons who are not vaccinated, for example because of medical reasons, because they are not part of the target group for which the COVID -19 vaccine is currently administered or allowed, such as children, or because they have not yet had the opportunity or chose not to be vaccinated. Therefore, possession of a vaccination certificate, or the possession of a vaccination certificate indicating a COVID-19 vaccine, should not be a pre-condition for the exercise of the right to free movement or for the use of cross-border passenger transport services such as airlines, trains, coaches or ferries or any other means of transport. In addition, this Regulation cannot be interpreted as establishing a right or obligation to be vaccinated».

Una questione importante, pensiamo: si afferma il diritto a non essere discriminati anche per tutti coloro che per motivi propri e insindacabili scegliessero di non essere vaccinati.

Una libertà di scelta fondamentale, ci pare, che riguarda quello che un tempo le femministe chiamavano la body sovereignty (dopo il Covid, però, guai a parlarne…), il diritto alla gestione del proprio corpo!

Sparisce una libertà essenziale

Bene, leggete ora il testo dello stesso regolamento nella versione italiana (nel caso le trovate tutte due scaricabili qui):

«È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate. Pertanto il possesso di un certificato di vaccinazione, o di un certificato di vaccinazione che attesti l’uso di uno specifico vaccino anti COVID-19, non dovrebbe costituire una condizione preliminare per l’esercizio del diritto di libera circolazione o per l’utilizzo di servizi di trasporto passeggeri transfrontalieri quali linee aeree, treni, pullman, traghetti o qualsiasi altro mezzo di trasporto. Inoltre, il presente regolamento non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati».

Come per miracolo, è scomparsa la frase «scegliessero di non essere vaccinati»!

Con un tratto di penna, non si sa chi, ha eliminato una libertà fondamentale, quella appunto della libera scelta di come curarsi, di come gestire il proprio corpo…

Un’interrogazione alla Commissione Europea

Menomale che almeno qualcuno dei parlamentari europei se n’è accorto, e ha fatto della questioncella oggetto di un’interrogazione, che riportiamo per intero:

«Interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta P-003399/2021 alla Commissione
Piernicola Pedicini (Verts/ALE)
Oggetto: Errore di traduzione nel testo del regolamento (UE) 2021/953 “Green Pass”

ll 14 giugno scorso è stato approvato il nuovo regolamento (UE) 2021/953 il quale definisce, a livello sovranazionale, un quadro di regole comuni, direttamente applicabile in tutti gli Stati europei, per il rilascio di certificati COVID digitali (c.d. “Green Pass”) che potranno essere utilizzati per spostarsi nell’UE.
Il paragrafo 36 del suddetto regolamento, nella versione in lingua inglese, sottolinea la necessità di evitare discriminazioni verso cittadini europei che non sono vaccinati per necessità di natura clinica, di opportunità, di target group esentato, ma anche verso chi per scelta non è vaccinato; tuttavia nella traduzione del testo in italiano, pubblicato nella Gazzetta dell’UE, quest’ultimo riferimento risulta mancante.

Può la Commissione indicare:
1. come è possibile che il medesimo testo ufficiale pubblicato sulla Gazzetta dell’UE appaia con una traduzione in italiano diversa da quella licenziata in inglese?
2. Se e come intende intervenire per sanare il vulnus del testo in lingua italiana del regolamento (UE) 2021/953 anche al fine di non lasciare spazi per interventi normativi nazionali volti a discriminare chi – legittimamente – decide di non vaccinarsi?»

Il giudizio finale spetta ai nostri affezionati lettori.

Certo è che, se la pandemia dovesse riprendere, ci aspettano tempi duri…

Il tentativo di contrapporre chi si vaccina a chi no, di fare dei primi i buoni e dei secondi gli untori di manzoniana memoria in Italia sta andando avanti alla grande, assistito dal solito bombardamento mediatico.

Di guerre civili ne abbiamo avute abbastanza in Italia. O no?

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