New York Times: Iran e Hezbollah implicati nell’11 settembre

Il quotidiano americano The New York Times ha riportato la notizia che due ex ufficiali dei servizi segreti iraniani hanno testimoniato negli Stati Uniti, presso una Corte federale in cui si sta svolgendo un processo per risarcimento danni a favore delle vittime americane del terrorismo internazionale, che le autorità iraniane sapevano in anticipo degli attacchi dell’11 settembre. Secondo uno dei due testimoni, l’Iran sarebbe stato coinvolto anche nella pianificazione degli attacchi.
Le deposizioni dei due, rifugiatisi negli Stati Uniti dopo la loro diserzione, sono state segretate dalla Corte. Tuttavia si è appreso che gli ex ufficiali erano addetti del Ministero dell’Informazione e Sicurezza "in posizioni che davano loro accesso alle informazioni sensibili per quanto riguarda il sostegno dello stato iraniano al terrorismo". Secondo la Corte c’è motivo di temere per la sicurezza dei due e delle loro famiglie, pertanto "la loro identità e il contenuto della loro testimonianza non devono essere rivelati pubblicamente".
Indiscrezioni sono però trapelate. Secondo le accuse, gli apparati dell’intelligence iraniana, insieme all’organizzazione sciita libanese Hezbollah, avrebbero coadiuvato Al Qaeda nella pianificazione degli attentati dell’11 settembre 2001, facilitando l’addestramento dei dirottatori e i loro spostamenti logistici. Inoltre, dopo gli attacchi, Iran e Hezbollah avrebbero aiutato gli agenti operativi di Al Qaeda nella fuga e fornito ad alcuni di loro un rifugio sicuro in Iran.
L’uomo di collegamento dell’operazione sarebbe stato Imad Mugniyah, capo militare di Hezbollah e ritenuto un agente al servizio di Teheran, già accusato di aver organizzato l’attacco contro la caserma dei marines americani a Beirut nel 1983. Mugniyah è stato ucciso in un attentato a Damasco nel febbraio del 2008, forse ad opera dei servizi segreti israeliani. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Sean McCormack, si felicitò per la sua morte.
La questione di una connessione iraniana con l’11 settembre era stata sollevata anche dalla Commissione di investigazione ufficiale ed è stata a lungo dibattuta. Come riporta il New York Times, "nonostante Al Qaeda aderisca a una teologia radicale sunnita, e denunci regolarmente la setta sciita che detiene il potere in Iran, e un ramo della rete terroristica in Iraq abbia fatto spesso bersaglio di attentati gli sciiti, i funzionari di intelligence americani credono da lungo tempo che vi sia una cooperazione, seppur limitata e cauta, tra Al Qaeda e l’Iran, avendo gli Stati Uniti come nemico comune".
Il Rapporto della Commissione sull’11 settembre aveva già sottolineato all’epoca "una forte evidenza" su come l’Iran avesse facilitato il transito di membri di Al Qaeda in uscita dall’Afghanistan prima del 9/11, tra cui alcuni dei futuri dirottatori. Il rapporto inoltre parlava di prove circostanziali che militanti operativi di Hezbollah avessero strettamente monitorato gli spostamenti di alcuni dei dirottatori in Iran nel novembre 2000. Tuttavia la Commissione aveva dichiarato di non aver "trovato alcuna prova che l’Iran o Hezbollah fossero a conoscenza della programmazione per quello che in seguito sarebbe divenuto l’attacco dell’11 settembre", ma che l’argomento avrebbe richiesto ulteriori indagini da parte del governo degli Stati Uniti. Ora le testimonianze dei due fuoriusciti iraniani potrebbero dare nuovo impulso alla questione.

Fonte: Benjamin Weiser – Scott Shane, Court Filings Assert Iran Had Link to 9/11 Attacks, The New York Times, 19 maggio 2011

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