L’opinione di Delors sugli eurobond

Jacques Delors, uno dei padri dell’Unione europea, tecnocrate di massima importanza, presidente della Commissione europea nel periodo 1985-1994 (in concomitanza con l’introduzione del Trattato di Maastricht) e fautore dell’euro quale moneta unica europea, in occasione di una intervista al Corriere della Sera per il ricordo dell’amico Tommaso Padoa Schioppa recentemente scomparso, ha avuto modo di esprimere la sua opinione sul fondo "salva-stati" approvato dalla UE e sul progetto delineato da Giulio Tremonti e dal primo ministro lussemburghese Jean-Claude Juncker sui cosiddetti "eurobond".

Dice Delors: "Siamo ancora alla politica del giorno per giorno, a meccanismi di salvataggio degli Stati colpiti di volta in volta dalla crisi; manca il livello più alto, quello della costruzione istituzionale. Quanto agli eurobond fui il primo, con il "Libro bianco" del 1993, a proporre dei "prestiti di Stato" europei annuali, per finanziare la crescita, l’impiego e la competitività. Ma questo è il punto: gli eurobond non possono essere solo un modo per colmare i disavanzi fatti in passato. Tommaso [Padoa Schioppa] su questo la pensava come me, basta leggere la sua ultima intervista sul sito Notre-Europe.eu. Le obbligazioni europee devono essere uno strumento per rilanciare l’Europa, finanziando le grandi infrastrutture, la ricerca, la creazione di posti di lavoro. In questa versione rivolta al futuro potrebbero raccogliere l’adesione anche dei Paesi come la Germania, più attenti al rigore di bilancio".

La posizione di Delors indica che vi sia ormai accordo tra i principali rappresentanti del mondo economico-finanziario europeo sulla necessità dei prestiti di stato europei. I cittadini dell’Unione dovranno quindi verificare con attenzione le modalità che potrebbero assumere tali novità visto che, finora, nessuna decisione presa dai tecnocrati di Bruxelles pare essere andata nella direzione di aumentare la sovranità dei popoli europei.

 

fonte dell’intervista: Stefano Montefiori, "Eurobond per la crescita, non solo contro il debito", Corriere della Sera, 21 dicembre 2010

 

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