Gli effetti della crisi sull’occupazione nel settore pubblico

Un rapporto appena pubblicato dall’ILO (International Labour Organization), agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei problemi del lavoro, contiene interessanti dati e osservazioni sugli effetti della crisi economica internazionale sull’occupazione nelle pubbliche amministrazioni.
Mentre gli Usa hanno ridotto di 143.000 unità i dipendenti pubblici nel corso del terzo trimestre del 2010, in Europa il calo è stato di 172.000 unità a marzo 2010 rispetto allo stesso mese del 2009. Per quanto riguarda poi Asia e area del Pacifico e America Latina, la ricerca dell’ILO suggerisce che "l’occupazione nel settore pubblico ha mostrato la tendenza a crescere" anche se alcuni paesi di quest’area hanno ridotto o programmano di ridurre il numero dei dipendenti pubblici.
In Europa, tuttavia, la riduzione non riguarda tutti i Paesi. Infatti, a livello aggregato, i dati europei parlano di un costante incremento degli occupati nella pubblica amministrazione in Europa, che erano 19.535.000 nel marzo 2008, 20.989.000 nel marzo 2010, per arrivare a 21.160.000 nel giugno di quest’anno. La riduzione di cui si è detto è infatti relativa  solo a Bulgaria, Danimarca, Italia, Lettonia, Lituania, Portogallo, Romania e Regno Unito. Ulteriori riduzioni sono state praticate anche da Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Lussemburgo e Slovenia, ovvero, nel complesso, solo da 16 paesi europei sui 34 oggetto dell’analisi.
Sul piano generale è interessante infine notare che in Europa le più colpite dalla riduzione di occupati nel settore pubblico sono state le donne, mentre gli uomini ne hanno maggioremente risentito in Asia e nel Pacifico.

fonte: http://www.ilo.org/gb/GBSessions/lang–en/docName–WCMS_146247/index.htm

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