Hong Kong prescrive il minimo salariale dal 2011

Lo scorso luglio, il Consiglio Legislativo della Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong (come è ufficialmente denominata l’ex colonia britannica dopo il passaggio sotto sovranità cinese, avvenuto nel 1997) ha introdotto per la prima volta una legge sul salario minimo, dopo un dibattito interno che durava da anni, dato che questo tipo di provvedimento, a tutela dei lavoratori, sembrava mettere in forse l’impostazione ultra-liberista da sempre dominante ad Hong Kong: infatti, anche se fin dal 1932 era stata concessa la facoltà di stabilire un salario minimo al governatore della colonia, questi non se ne era mai avvalso.
"Questo fatto è il simbolo del fatto che Hong Kong ha detto addio a salari vergognosi ed ha imboccato la strada della giustizia per i lavoratori. Ciò significa la fine del capitalismo assoluto", ha detto Lee Cheuk-yan, un legislatore e sindacalista di Hong Kong, salutando lo storico provvedimento.
In base alla nuova normativa, destinata a diventare operativa a partire dal 2011, un comitato appositamente nominato dal capo del governo, Donald Tsang, dovrà fissare il valore del salario orario tra un minimo di 23 ed un massimo di 33 dollari di Hong Kong, rispettivamente equivalenti a 3 e a 4,3 dollari Usa.
La differenza resta comunque rilevante rispetto ai parametri occidentali, prendendo in considerazione il minimo orario previsto negli Stati Uniti (7,25 dollari Usa) e nel Regno Unito (9 dollari Usa), senza tenere conto del costo locale della vita, tra i più elevati di tutta l’Asia.

Fonti: http://economictimes.indiatimes.com/news/international-business/Hong-Kong-OKs-minimum-wage-law/articleshow/6180516.cms

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