La barzelletta Madoff e il sangue marcio del sistema

Bernard Madoff. Non ha bisogno di presentazione. Il verdetto del giudice distrettuale di New York è duro: 150 anni di carcere. La condanna doveva essere esemplare e lo è stata. Chi sbaglia paga, insomma. Questo nel sistema anglosassone. Il messaggio è chiaro: le regole (poche) devono essere rispettate.
Senza alcuna velleità dietrologica mi sembra che la condanna di B. Madoff sia il classico colpo di fortuna per chi sta procedendo, probabilmente, al più grande colpo di spugna della storia. La fantastimiliardaria truffa di Madoff non poteva ovviamente essere insabbiata. Un evento che ha colpito l’opinione pubblica per gli importi in giuoco, un colpevole già bello e confezionato, le ire funeste di tanti big e boss della finanza e dell’alta società (truffati da un loro compare). Che Madoff non sarebbe stato "graziato" o "compreso" era evidente.
Come giustamente osserva il Sole 24 Ore è "una sentenza simbolo" destinata a chiudere (altrettanto simbolicamente) la crisi finanziaria del 2008. Ed il sistema nel suo complesso ne esce bene. I controllori (Banche Centrali, Commissioni di vigilanza dei sistemi finanziari, classe politica) ed i controllati (banche, assicurazioni, società finanziarie), malgrado gli enormi errori che hanno causato incalcolabili danni ne escono solo con qualche contusione. Il changing politico (Obama in sostituzione di Bush) e quello finanziario (Bernanke al posto di Greenspan) è avvenuto con un timing perfetto. I due uomini simbolo della "cattiva gestione" sono in pensione, i nuovi – ovviamente – non possono essere chiamati a rispondere per fatti accaduti prima dei loro rispettivi incarichi.
Quindi, come nelle belle favole americane, i cattivi sono stati cacciati, i buoni hanno preso in mano la situazione con fermezza e serietà. Il monito/messaggio lanciato è ugualmente spendibile: non abbiamo regole perfette ma disponiamo di sistemi che correggono l’errore.
Ora dobbiamo rimboccarci tutti (?) le mani e costruire un sistema migliore. Mancano solo le ragazze pon pon, gli immancabili veterani dei marines che sfilano sulle note dell’inno nazionale americano, qualche lacrima di commozione e poi tutti a lavorare e a produrre.
Secondo numerosi commentatori, il Mondo dopo questa crisi non sarà più come prima. Ho l’impressione che invece tutto sarà come prima: con un po’ di miseria in più (a carico di chi era già debole), maggiore rassegnazione, e la coltre del "pensiero unico" (meglio, della "mancanza di pensiero") che aleggia sulle nostre vite sempre più pesantemente.

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