L’Unione Africana abbandona la Corte Internazionale sul caso Sudan/Bashir

L’Unione Africana non sosterrà più la Corte Penale Internazionale riguardo al mandato di arresto contro il presidente sudanese Bashir. I leader africani hanno anche sottolineato come la loro richiesta di rinviare l’imputazione sia stata precedentemente ignorata dalla Corte.
La risoluzione, scaturita da un meeting in Libia, è stata appoggiata da molti membri dell’assemblea, che probabilmente nella Corte Penale vedono solo uno strumento dell’Occidente per interferire negli affari africani. Soltanto pochi paesi, come Chad e Benin, hanno espresso dubbi sulla decisione.
Si tratta in ogni caso di uno strappo limitato, in quanto la risoluzione non impone agli Stati africani di interrompere del tutto i loro rapporti con l’organismo dell’ONU. Anzi, proprio nel giorno della decisione, il Kenya ha dichiarato apertamente di voler continuare la collaborazione con la Corte per perseguire i responsabili delle violenze seguite alle elezioni del dicembre 2007.
Lo scorso marzo Bashir è stato giudicato responsabile di crimini di guerra (attacchi sui civili, saccheggi) e crimini contro l’umanità, tra cui omicidi, stupri e torture, che sarebbero stati perpetrati nel conflitto con i ribelli del Darfur. Il leader sudanese ha sempre negato le accuse, sottolineando come il governo abbia il dovere di combattere i ribelli.

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