Gaza: un milione e mezzo di persone nella trappola della disperazione

Riportiamo qui di seguito alcuni brani del rapporto intitolato Gaza, 1.5 million people trapped in dispair che la Croce Rossa Internazionale ha pubblicato il 29 giugno 2009 sulla situazione a Gaza sotto l’occupazione israeliana.
"Una delle più serie conseguenze della chiusura [degli accessi alla Striscia di Gaza] è la crescita della disoccupazione che ha raggiunto il 44% nell’aprile 2009, secondo la Camera di Commercio di Gaza.
Le restrizioni imposte alle importazioni ed alle esportazioni dal luglio 2007 hanno ridotto del 96% le attività industriali a Gaza, con una perdita di oltre 70.000 posti di lavoro. Oltre il 70% della popolazione di Gaza vive in povertà, con un reddito medio mensile inferiore ai 250 dollari USA per una famiglia dalle 7 alle 9 persone (1 dollaro per familiare al giorno, escludendo il valore dell’assistenza umanitaria che possono ricevere). Oltre il 40% delle famiglie di Gaza sono molto povere con un reddito mensile inferiore ai 120 dollari (0,5 dollari per familiare al giorno).
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La chiusura ha colpito duramente le famiglie di agricoltori, che compongono oltre un quarto della popolazione di Gaza. L’esportazione di fragole, pomodori e fiori erano una importante fonte di reddito. Attualmente sono di fatto paralizzate. Molti agricoltori vedono i loro redditi dimezzati dalla difficoltà di vendere i loro raccolti all’interno di Gaza. Se vi riescono, il prezzo che possono ottenere è una frazione di quello che otterrebbero di norma esportando in Israele o in Europa.
Durante le ultime operazioni militari, l’esercito israeliano ha sradicato migliaia di piante di agrumi, di ulivi e di palme, anche molto all’interno della Striscia di Gaza. L’esercito ha anche distrutto sistemi di irrigazione, pozzi e serre.
Oltre il 30% della terra arabile a Gaza si trova nella zona cuscinetto che arriva ad estendersi oltre un chilometro dal confine.
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Negli ultimi due anni, un milione e mezzo di Palestinesi che vivono nella striscia di Gaza sono stati costretti in una morsa senza fine di privazioni e di disperazione, come risultato del conflitto e in particolare come diretta conseguenza della chiusura dei valichi di frontiera. La Croce Rossa Internazionale ha ripetutamente rilevato che il diritto di Israele a far fronte alle proprie legittime preoccupazioni per la sicurezza deve essere bilanciato dal diritto della popolazione di Gaza a vivere in condizioni normali e dignitose. Il diritto umanitario internazionale impone a Israele di garantire alla popolazione il soddisfacimento dei bisogni elementari: cibo, riparo, acqua, cure mediche.
La Croce Rossa internazionale ancora una volta lancia un appello per l’interruzione delle restrizioni al movimento delle persone e dei beni, quale misura prioritariamente urgente per porre fine all’isolamento di Gaza e permettere alle persone di ricostruire la loro vita.
Gli oltre 4,5 miliardi di dollari offerti, nel corso del vertice internazionale in Egitto del marzo 2009, dai Paesi donatori per la ricostruzione saranno di assai modesta utilità se i materiali da costruzione e gli altri prodotti essenziali non potranno essere importati nella Striscia di Gaza".
 
testo integrale del rapporto in :
http://www.icrc.org/web/eng/siteeng0.nsf/htmlall/palestine-report-260609
 
(tr. it. a cura di A. Terenzi)
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