Nella distensione tra Venezuela e Usa c’è lo scoglio Iran

Lo scorso mese di Settembre, per solidarietà nei confronti del presidente boliviano Evo Morales, che aveva preso una decisione simile, Chavez espulse l’ambasciatore americano a Caracas, Patrick Duddy, con la conseguenza che gli Usa si videro costretti ad effettuare la stessa scelta con il diplomatico venezuelano di stanza a Whashington, Bernardo Alvarez Herrera.
E’ di questi giorni la notizia che entrambi i paesi hanno annullato la dichiarazione di "persona non gradita" nei confronti dei rispettivi ambasciatori, quindi le relazioni diplomatiche tra le due nazioni possono considerarsi pienamente ristabilite.
Saranno gli stessi precedenti ambasciatori che ritorneranno a ricoprire i vecchi ruoli, infatti, anche se Duddy era stato nominato dalla precedente amministrazione Bush, ha la piena fiducia sia di Obama che della Clinton.
Se da un lato questo pare un avvicinamento tra i due paesi, dall’altro le ultime dichiarazioni di Chavez non lasciano presagire relazioni molto più amichevoli delle precedenti.
Il presidente venezuelano, infatti, ha voluto prendere le difese di Ahmadinejad, classificando tutte le polemiche seguite alle elezioni iraniane come "azioni di disturbo dei paesi imperialistici come gli Stati Uniti ed i paesi europei che non vogliono accettare il risultato elettorale".
Chavez ha anche ricordato di essersi trovato nelle stesse condizioni ed ha denunciato la presenza di franchi tiratori voluti dalla Cia, assoldati per provocare morti e destabilizzare l’Iran.
Con dichiarazioni di questo tipo, non proprio moderate, sembra difficile si possa arrivare all’auspicato incontro Chavez-Obama, atteso per un ritorno totale alla normalità tra Venezuela e Stati Uniti.

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