L’economia della Spagna va peggio del previsto

Che anche l’economia spagnola risentisse dell’influsso negativo della crisi internazionale era un fatto risaputo, ma che nel primo trimestre del 2009 si registrasse una diminuzione del Pil a dei livelli come non accadeva da 50 anni, nessuno lo aveva pronosticato.
L’Instituto Nacional de Estadística (INE) ha diffuso nei giorni scorsi le cifre che vedono una diminuzione del prodotto interno lordo dell’1,8% se si confrontano gli ultimi tre mesi del 2008 ed addirittura del 2,9% se come base di confronto viene utilizzato lo stesso periodo dello scorso anno (Gennaio-Marzo).
Prima della recessione di fine 2008 la Spagna ha goduto di 14 anni di crescita continua, soprattutto nel settore immobiliare, ma oggi deve fare i conti anche con il grave problema della disoccupazione, la più alta dell’Unione Europea, che interessa ormai ben quattro milioni di persone con la percentuale del 17,4% (il doppio della media europea) e con la previsione di un aumento fino oltre il 20% entro la fine dell’anno.
Secondo il governo Zapatero a fine 2009 la recessione avrà toccato la percentuale del 1,6% ma l’Unione Europea stima che la Spagna sarà l’ultima nazione dell’area a riprendere la crescita, prevista per il 2011.
Tra le misure straordinarie che il governo spagnolo ha annunciato la scorsa settimana ricordiamo la decisione di diminuire le imposte sulle case, per ridare un po’ di vitalità a quello che è stato il vero motore di sviluppo della Spagna dell’ultimo ventennio, ed incentivi per l’acquisto dell’auto, da molti ritenute ricette troppo deboli in una situazione così grave.

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