Nigeria: la "guerra totale" del Mend

Si fa calda la situazione nel sud della Nigeria. Il Mend, Movimento di emancipazione del Delta del Niger, la principale organizzazione guerrigliera della regione, ha infatti dichiarato, attraverso il suo portavoce Jomo Gbomo, la "guerra totale nella regione, ed esorta tutti gli uomini in età arruolabile ad arruolarsi per la nostra libertà". I ribelli hanno poi rivendicato la distruzione di numerose imbarcazioni dell’esercito nella zona del Delta, riportando di aver sequestrato 15 lavoratori filippini, ma di non aver fatto vittime.
Il governo nigeriano smentisce categoricamente, parlando di "guerra virtuale fatta di propaganda e smentite diffuse via Internet, ma senza azioni sul campo". Difficile da credere, visto il contro comunicato dei ribelli che invita i giornalisti stranieri ad entrare nella regione per documentare la situazione.
In questa fase ad alta tensione, fatta comunque più di rivendicazioni che di azioni militari, appare comunque evidente un salto di qualità nell’azione dei ribelli del Mend, finora impegnato in atti di sabotaggio verso le compagnie petrolifere che agiscono nella regione e nel rapimento di tecnici stranieri a scopo di estorsione. Con queste dichiarazioni, rilasciate il 14 maggio, i ribelli sembrano davvero voler alzare il tiro e scatenare una rivolta generale in una regione economicamente vitale della Nigeria.
I nove stati che compongono il Delta del Niger (Abia, Akwa Ibom, Bayelsa, Cross River, Delta, Edo, Imo, Ondo e Rivers), produttori del petrolio della Nigeria, sono la "cassaforte" dell’economia del paese, che sul petrolio basa il 95% delle sue esportazioni e che costruisce per l’80% il suo Prodotto Interno Lordo. Malgrado il fiume di denaro che l’oro nero ha portato nel paese (quantificato in circa 300 miliardi di dollari in trenta anni), la maggior parte della popolazione vive ancora con meno di un dollaro al giorno.
Corruzione, mancata volontà di dotare il paese di infrastrutture, disoccupazione cronica a vantaggio delle compagnie straniere, disinteresse totale delle autorità verso una redistribuzione più equa dei proventi petroliferi sono la causa scatenante del malcontento crescente tra la popolazione della regione. Ora il Mend alza la posta: le compagnie straniere avranno 48 ore, a partire dalla mezzanotte di sabato, per evacuare il personale straniero, dopodiché il Delta del Niger sarà dichiarata dai ribelli no-fly zone per gli elicotteri delle compagne petrolifere.
Una situazione ad incandescenza, purtroppo comune in Africa. Dai diamanti del Congo e della Sierra Leone al petrolio nigeriano, la scoperta di risorse non è sinonimo di sviluppo ma di turbolenze e tensioni. Purtroppo.

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