Venezuela, contestate 26 nuove leggi volute da Chavez

Proprio poche ore prima che scadesse il termine di un anno e mezzo di poteri speciali che il parlamento venezuelano aveva assegnato al governo, si è avuta notizia della promulgazione di 26 nuove leggi, a mezzo decreto, che l’opposizione ha definito come "atto di totalitarismo " di Chavez e come un tentativo di imporre parte della riforma costituzionale bocciata nel referendum dello scorso dicembre, come ad esempio l’individuazione di un nuovo modello di proprietà (comunale e sociale).
Da parte governativa si risponde che ogni legge approvata è stata ampiamente dibattuta ed analizzata senza che si ravvisassero possibili limitazioni di libertà.
Tra le leggi che hanno suscitato più polemiche la decisione di cambiare la struttura ed il nome dell’esercito (Bolivariano), quella di mettere sotto il diretto controllo statale la commercializzazione dei beni di prima necessità e le sanzioni previste per chi non garantisce la giusta distribuzione dei prodotti alimentari.
Tra i maggiori rimproveri che vengono rivolti a Chavez quello che le leggi, promulgate il 31 luglio, sono state rese note, e ancora senza dettagli, più di una settimana dopo. Senza dubbio non un bel segnale di trasparenza.
Forti critiche anche da parte delle associazioni imprenditoriali che accusano il governo di aver sferrato un duro colpo al diritto di proprietà ed alla libera impresa distruggendo le immense potenzialità del settore privato e privandosi così di un potente motore per lo sviluppo economico.
Ma il Presidente, come sempre, non ha nessuna intenzione di fermarsi ed ha sfidato coloro che non sono d’accordo con le nuove leggi di ricorrere al Tribunal Supremo de Justicia per ottenerne l’invalidazione.

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