Morales rompe con Telecom Italia e nazionalizza

Il presidente boliviano Evo Morales ha annunciato la nazionalizzazione della principale azienda di telecomunicazioni del Paese, la Entel, e di altre quattro imprese che operano nel settore degli idrocarburi.
L’annuncio della nazionalizzazione di Entel è venuto dopo la rottura delle trattative, da tempo avviate, con il principale azionista dell’azienda, vale a dire la Telecom Italia che, con il marchio Stet poi fuso al suo interno, acquistò dal governo boliviano il 50% delle azioni nel 1996.
Morales ha giustificato la sua decisione affermando che i servizi di base, siano acqua, energia o telecomunicazioni non devono restare nelle mani dei privati in quanto servizi pubblici.
Se la vicenda della Entel è sembrata un fulmine a ciel sereno, non altrettanto si può dire delle nazionalizzazioni delle aziende petrolifere visto che si tratta di un processo iniziato due anni fa.
L’attuale decisione prevede l’acquisto dalla Repsol di una partecipazione minoritaria che aveva nella "Andina" (produttrice di gas) così come tornano sotto la proprietà statale anche la "Chaco" (ex British Petroleum, sempre nel settore del gas), la Transredes (azienda operante nel settore dei gasdotti di cui era proprietaria la statunitense Ashmore Energy International) e l’impresa di distribuzione CLBH.
L’annuncio di Morales avviene alla vigilia di un importante referendum autonomistico nella provincia di Santa Cruz, fortemente osteggiato dal Presidente, tanto che alcuni osservatori lo vedono come un tentativo di ricompattare lo stato boliviano.

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