Timor Est, fine della ribellione

Il 29 aprile è una data che rimarrà certamente nella storia di Timor Est, piccolo e tribolato stato asiatico. Il leader dei ribelli Gastao Salsinha insieme ad altri 11 compagni ha consegnato in una cerimonia simbolica le armi al vice primo ministro Jose Luis Guterres. Questa consegna è stata effettuata nel palazzo del governo sito nella capitale Dili e simboleggia la cessazione delle ostilità da parte del F.-F.D.T.L. dopo due anni esatti di scontri.
La svolta decisiva è arrivata dopo settimane di negoziazioni. Il fattore decisivo è stato il cambio della guardia al comando dei soldati ribelli. Gastao Salsinha si è dimostrato infatti ben più moderato del suo predecessore Alfreido Reinaldo, con il quale violenza e tensione avevano toccato l’apice. Il climax di un conflitto in corso dall’aprile 2006, quando 600 soldati congedati dall’esercito insieme a strati di popolazione esasperati da corruzione politica e disoccupazione dilaganti diedero vita ai primi scontri, è stato infatti toccato nel febbraio scorso. Le vite del presidente Ramos Horta (appena dimesso dall’ospedale dopo mesi di cure) e del premier Gusmao sono state messe a repentaglio in un attentato in cui, per ironia della sorte, ha perso la vita il maggiore Reinaldo.
La sorte del martoriato paese asiatico (indipendente soltanto nel 2002 al termine di 28 anni di guerre civili) sembra avviata verso un futuro migliore o, perlomeno, verso la prospettiva di una società più coesa, meno frammentata.

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