Il potere della finanza, la finanza del potere

La britannica Barclays Bank e l’olandese Abn Amro Bank potrebbero, da qui ai prossimi giorni, annunciare la loro fusione che darebbe vita ad un colosso di dimensioni mondiali. La nuova entità  diverrebbe, infatti,  il quinto colosso bancario del mondo. La sua attuale capitalizzazione ammonterebbe a circa 123 milioni di euro, con 47 milioni di clienti  e 220.000 dipendenti distribuiti in oltre 50 paesi.
Una vera e propria potenza in grado di  influire sullo sviluppo di  numerose e fondamentali aree del mondo. La sue decisioni possono contribuire alla fortuna o alla sfortuna di intere regioni, nelle quali vivono ed operano milioni di persone. I suoi top manager  disporranno di poteri analoghi a quelli di politici e amministratori  pubblici di alto livello.
Ma gli analisti finanziari sono soddisfatti. Loro studiano i bilanci,  gli indici finanziari, la curva della redditività, la riduzione dei costi (compresi quelli dei dipendenti), le sinergie produttive e commerciali. Tutto questo è la loro bibbia.
Non sanno cosa significa depauperamento di un territorio a causa di delocalizzazioni che aumentano la disoccupazione, non entrano nelle case di anziani o di famiglie che non possono permettersi una corretta educazione ed una adeguata sanità. Il loro mondo è costituito da cifre. Sempre più grandi.
Parlano di competizione globale. Di concorrenza. Affermano che tutto questo andrà a beneficio anche dei singoli utenti.
Frasi fatte, affermazioni scontate  e servili che non vogliono vedere la crescente  concentrazione esistente in Europa quanto nel Mondo. Un mondo di oligopoli. Un mondo dominato da potenti consigli di amministrazione in grado di cooptare il potere politico.
Diversi decenni fa, un illustre poeta disse che i politici sono i lacchè dei banchieri.
Oggi la cosa è ancora più evidente.

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