Il nuovo governo Lula si sposta a destra?

A quattro mesi dalla sua rielezione, il presidente Lula non ha ancora completato la lista dei 35 ministri che formeranno il suo nuovo governo, anche se appare già raggiunto l’accordo con diversi partiti che ne ampliano i numeri in parlamento ma che, secondo alcuni osservatori, potrebbero aver spostato l’asse del governo verso destra.
I due principali partiti della coalizione sono il PT (Partido de los Trabajadores), di sinistra e molto vicino alle socialdemocrazie europee con una dozzina di ministri, ed il PMDB (Partido del Movimiento Democrático Brasileño) considerato centrista, che dovrebbe ottenere cinque ministeri.
Accanto a questi due colossi fanno parte della coalizione altri piccoli partiti delle più varie ispirazioni, da quelli che si dichiarano comunisti fino al Partido Progresista, malgrado la denominazione decisamente conservatore e che in passato appoggiò la dittatura militare.
Questo nuovo governo dovrebbe, salvo liti interne, garantire una maggiore governabilità dal punto di vista numerico ma sicuramente non avrà la stessa spinta riformista del precedente.
Lo stesso riavvicinamento tra Lula e Bush, culminato con un accordo economico di cooperazione, viene visto da molti come un passo indietro ed una forma di servilismo nei confronti degli Usa. Solo pochi ritengono, infatti, che l’accordo sulla produzione di etanolo sia un vantaggio per entrambi i paesi.

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