In Perù è scontro tra governo e cocaleros

I coltivatori di coca peruviani sono scesi sul piede di guerra, bloccando anche alcune strade, per protestare contro la decisione del governo di sradicare i loro raccolti in modo forzoso, nel caso in cui non si raggiungesse l’accordo in modo amichevole.
La deputata del Parlamento Andino e rappresentante dei contadini, Elsa Malpartida, ha denunciato l’aggressività dei militari incaricati di svolgere queste azioni di controllo dei raccolti mentre la deputata del Partido Nazionalista (all’opposizione) ha dichiarato di aver ricevuto minacce dall’ambasciata statunitense per aver difeso i "campesiños".
I coltivatori chiedono che si possa trattare il limite di produzione di coca che sia da considerare legale, ricordiamo, infatti, che la foglia di coca, nei paesi andini, ha un utilizzo che va oltre la produzione di cocaina essendo un ingrediente che per tradizione millenaria viene utilizzato per preparare medicine, per l’alimentazione ed anche per alcuni riti religiosi degli indios.
Nelle ultime ore si è registrata un’apertura da parte del Governo peruviano che ha sospeso la distruzione forzata dei raccolti ed ha invitato le organizzazioni dei coltivatori a sedersi ad un tavolo per cercare un accordo.
Attualmente la produzione di coca in Perù ha raggiunto le centomila tonnellate mentre, per legge, non dovrebbe superare le 9.000, destinate agli usi consentiti.

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