Parola di Vladimir Putin

Pubblichiamo, così come tradotto dal sito Effedieffe.com, il discorso del presidente russo Vladimir Putin tenuto lo scorso 11 febbraio a Monaco alla Conferenza internazionale per la Sicurezza. Da molti è stato definito un discorso “anti-americano”, il preannunciarsi di una “nuova guerra fredda”. Il discorso di Putin è molto di più e molto altro da questo
La Russia mostra una propria visione del pianeta, una visione strategica, e lancia degli avvertimenti espliciti. Quello di Putin è un discorso difensivo, non offensivo, ma è tuttavia un discorso aggressivo. Sembra dire all’America: noi non abbiamo alcun interesse a porci in contrapposizione con voi, ma ci pare evidente che la politica unipolare statunitense abbia come bersaglio proprio la Russia prima che altri. Potete scegliere se averci come alleati e arbitri internazionali, e come tali godere di uno status privilegiato. Oppure decidere di porvi in contrapposizione con noi, sul piano dello scontro. Ma in questo caso ci difenderemo. Gli Stati Uniti possono essere più forti, militarmente e tecnologicamente, ma noi abbiamo due assi nella manica: grandi risorse energetiche e armamenti nucleari. L’orso russo venderà cara la sua pelle.
Insomma, in una congiuntura in cui qualche macro-area del pianeta dovrà pagare per tutti le conseguenze di un sistema di sviluppo non più sostenibile, la Russia invita gli Stati Uniti a non guardare verso Mosca. Del resto le opzioni per l’Impero, data come improponibile la decisione di un proprio ridimensionamento, non sono ampie: se non è l’Orso, sarà il Drago.
E, in effetti, la futura crisi militare con l’Iran può essere interpretata ancora come un passo non risolutivo, con molteplici letture. Ma Mosca vede con preoccupazione un accerchiamento che arriva non solo da sud, ma soprattutto da Est, con l’avanzata inarrestabile della Nato verso quei territori che durante la Guerra Fredda avevano fatto da cuscinetto e impedito uno scontro diretto.
La nuova dottrina militare russa è già stata inaugurata, e il generale Gareev dice chiaramente che “bisogna modificare, limitare volume e carattere della produzione” del pianeta, altrimenti “nei prossimi 10 o 15 anni […] la questione della sopravvivenza di numerosi popoli potrebbe proporsi con forza. La lotta per le risorse raggiungerà il parossismo [… e] non si potrà escludere la possibilità di uno scontro militare”.
Come verrà accolto a Washington il discorso di Putin? Gli Stati Uniti si godono intanto questa loro posizione di forza nel sistemare la questione iraniana: Russia e Cina possono continuare a pensare che l’obiettivo finale sarà l’altro e lasciare fare. Ma i nodi, prima o poi, in quel terribile spazio temporale di “10 o 15 anni” verranno al pettine.
L’Europa, intanto, tace.

 

Print Friendly, PDF & Email