La politica energetica russa non si arresta

La politica energetica russa, da quando è tornata sotto il controllo del Cremlino, non smette di cogliere importanti successi che hanno ricondotto il Paese al centro degli scenari internazionali. Recentissimo l’accordo tra Gazprom e Eni per forniture di gas che giungeranno in Italia per i prossimi trent’anni.
L’amministratore dell’Eni, Paolo Scaroni, non ha celato la propria soddisfazione puntualizzando che l’importante accordo è anche frutto di consolidati rapporti politici e personali che trovano addirittura origine nell’opera di Enrico Mattei. Così l’Italia, al pari della Germania, diventa un privilegiato partner europeo per la Russia. Da sottolineare che entrambi gli accordi con questi due paesi hanno carattere bilaterale, mentre risultano molto più complicati i rapporti con l’Unione europea nel suo complesso.
Un altro brillante risultato Mosca lo consegue verso i suoi confini meridionali con l’accordo tra Gazprom e la ArmRosGas che consentirà il controllo della distribuzione del gas in Armenia. Ora i russi possiedono il 58% della società, e soprattutto detengono la gestione del gasdotto che dall’Iran porta il gas in Europa attraverso il Caucaso. Così, pur senza spendersi in un accordo diretto con Teheran in un momento diplomaticamente pericoloso, la Russia ottiene un grande vantaggio strategico.
Ma non basta. Mosca ha manifestato al ministro dell’energia indiano Murli Deora durante un viaggio in Russia, l’intenzione di "partecipare agli aspetti tecnici e finanziari" del gasdotto che dovrebbe portare in Pakistan e India il gas iraniano.

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