Europa e immigrazione

Con l’entrata  nella Unione Europea di due nuovi paesi aderenti, Bulgaria e Romania, fissata al 1°  gennaio 2007, si riaccendono le polemiche sui limiti al libero flusso migratorio posto da alcuni paesi verso le matricole.
La decisione inglese di non aprire il mercato del lavoro a bulgari e rumeni ha creato presso questi stati delusione e rammarico. Ora guardano con interesse alle decisioni che verranno assunte in questa materia dagli altri paesi europei, in particolare Spagna, Grecia e Italia, destinazioni più interessanti e ambite  per i nuovi cittadini europei.
Al di là degli opportunismi contingenti, salta subito agli occhi l’incongruenza rappresentata dal fatto che esistono maggiori probabilità di lavorare in Europa da parte di persone extracomunitarie che di  residenti di alcuni degli stessi paesi  aderenti.
In definitiva manca ancora all’Europa una chiarezza di intenti ed una politica comune di gestione della immigrazione, ispirata ai principi di salvaguardia della identità europea e della sua cultura nonché al controllo dei riflessi sulla società prodotti da questo fenomeno.

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