Israele e le violazioni aeree

Proseguono le violazioni delle disposizioni internazionali da parte di Israele al confine libanese. Il comando dell’UNIFIL, forza internazionale delle Nazioni Unite in Libano, ha denunciato nella sola giornata di venerdì 17 novembre ben quattordici violazioni dello spazio aereo che dovrebbe essere interdetto al volo in base a quanto disposto nella Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Il portavoce dell’UNIFIL ha inoltre dichiarato che l’unità antiaerea francese di stanza in Libano ha avviato le procedure per rispondere a queste violazioni in base alle regole d’ingaggio.
L’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite ha difeso la posizione del proprio governo affermando che il sorvolo si è reso necessario per monitorare il trasferimento di armi ad Hezbollah. In un articolo pubblicato sul Jerusalem Post e ripreso da numerosi quotidiani tra cui il tedesco Spiegel, si legge che l’attività di sorvolo israeliana viene interpretata all’interno del Paese come uno strumento necessario per verificare il rispetto della Risoluzione 1701, come se Israele fosse stato incaricato dalla comunità internazionale di svolgere attività di polizia, mentre la Risoluzione dell’ONU la cita espressamente come parte coinvolta e quindi obbligata a sottostare a quanto la comunità internazionale ha deliberato. Critiche israeliane non sono mancate nei confronti della comunità internazionale stessa, accusata di essere incapace di realizzare concretamente tutte le disposizioni contenute nella Risoluzione delle Nazioni Unite.
Le violazioni registrate sono in realtà le ultime di una lunga serie, che prosegue da ormai diverse settimane, tutte da parte israeliana. Il generale francese Alain Pellegrini, comandante della forza UNIFIL, ha infatti riscontrato un’unica violazione da parte di Hezbollah delle disposizioni della Risoluzione 1701, quando uomini dell’ONU hanno identificato due persone in possesso di armi.

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