Accordo militare Italia-Israele

Pubblichiamo il testo dell’Accordo generale di Cooperazione tra Italia e Israele nel settore della Difesa. L’Accordo, risalente al 2003, è stato firmato dai rispettivi ministri della Difesa allora in carica, Antonio Martino e Shaul Mofaz, e ratificato come legge n° 94 del 17 maggio 2005 dal Parlamento italiano.
In quel momento ministro degli Esteri era l’on. Gianfranco Fini e presidente del Consiglio l’on. Silvio Berlusconi. La legge fu approvata dal Parlamento con il voto compatto della maggioranza di centro-destra (Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord, Udc) e con il sostegno di alcuni settori ed esponenti della minoranza di centro-sinistra. Al Senato la legge passò con ampio margine (170 favorevoli, 18 contrari) e il voto favorevole del gruppo dei Democratici di Sinistra. Su 63 senatori diessini, 37 votarono a favore (tra loro i più noti furono Claudio Petruccioli e Massimo Brutti) mentre gli altri non erano presenti in aula (tra loro, i più noti, Gavino Angius e Cesare Salvi). Solo due gli esponenti diessini che votarono contro il provvedimento, e oltre loro Achille Occhetto, che apparteneva però già al gruppo misto. Votarono contro anche i gruppi di Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Verdi. Alla Camera, invece, in sede di Commissione Esteri e in aula, espressero voto contrario anche i gruppi dei DS e della Margherita.

L’accordo, per la cui attuazione vennero stanziati in prima battuta 181 milioni di dollari, prevede una penetrante collaborazione militare che si sostanzia in: interscambio di materiale di armamento; addestramento ed esercitazioni militari congiunte; scambi di esperienze fra esperti delle due parti; scambio di informazioni anche segrete. Di grande rilievo la cooperazione nel settore ricerca e sviluppo, in particolare nell’ambito della cosiddetta “guerra elettronica”. Tale collaborazione ha elevato significato per il settore missilistico, sia difensivo  che, essendo Israele una potenza nucleare, offensivo.
 

Mentre sono sempre presenti i rischi di un conflitto in Medio Oriente che possa coinvolgere Israele, Iran e Siria, e soprattutto nel momento in cui l’Italia è parte determinante nella missione Unifil di interposizione nel Libano del sud, sarebbe opportuno che l’accordo militare con Israele venisse quanto meno ridiscusso in Parlamento, che nel frattempo ha espresso una nuova maggioranza, e sottoposto al controllo democratico del popolo italiano.  

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