La Russia lascia l’Iran al suo destino? La Francia per ora no

Si moltiplicano i segnali di un cambiamento nella strategia russa verso il contenzioso Usa-Iran in tema di nucleare. Pare che Mosca lasci a Washington la possibilità di risolvere la crisi come meglio crede, eventualmente anche con l’uso della forza. La risoluzione approvata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu che indica a Teheran il limite temporale del 31 agosto per interrompere il programma sull’arricchimento dell’uranio, lascia infatti spazio all’imposizione di sanzioni in caso di inosservanza iraniana.
La nuova risoluzione supera poi, di fatto, il piano di incentivi promosso dal gruppo di contatto che le autorità iraniane avevano considerato "base accettabile" per dei negoziati. Al contrario, l’ambasciatore iraniano presso l’Onu, Zarif, ha subito respinto la risoluzione considerandola priva di "qualsiasi base legale".
Sulla soluzione o meno della crisi nucleare pesa poi l’atteggiamento di Israele. Significativo il profilo basso tenuto dalla diplomazia russa sulla guerra in Libano, sul cui sfondo si delinea il possibile scontro tra Iran e Israele.
Il Washington Post ha dato notizia che una delle contropartite ricevute da Putin per rivedere la sua posizione geopolitica, starebbe in un accordo russo-americano sul nucleare civile e che farebbe della Russia il più grande deposito mondiale di nucleare spento. Un business multimiliardario. E un portavoce della Casa Bianca ha esplicitamente dichiarato "che la collaborazione sul nucleare pacifico può andare avanti solo mediante un’attiva collaborazione per bloccare l’Iran nei suoi programmi per l’ottenimento dell’arma nucleare".
Interessante invece la posizione internazionale della Francia, sicuramente la più attiva, presso l’Onu, nel cercare una soluzione pacifica nella guerra israelo-libanese. Appare possibile che Villepin stia cercando di crearsi sul fronte interno uno spazio che lo distingua dal collega di schieramento politico Sarkozy, su posizioni filo-americane, e lo rilanci politicamente nella corsa verso l’eredità che lascerà Chirac.
Dopo le dure condanne francesi nei confronti degli interventi militari israeliani contro la popolazione civile libanese, significativo è stato l’incontro del ministro degli Esteri Douste-Blazy, in missione di pace a Beirut, con l’omologo iraniano Mottaki, e la dichiarazione per cui "l’Iran gioca un importante ruolo di stabilizzazione" nell’area.

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