La Halliburton costruisce campi di detenzione negli Usa

La holding multinazionale delle costruzioni Halliburton, di cui è stato amministratore l’attuale vice-presidente americano Dick Cheney, ha ricevuto dal Dipartimento della Homeland Security (il ministero della sicurezza creato dopo l’11 settembre), un appalto di 385 milioni di dollari per la costruzione, sul suolo statunitense, di un imprecisato numero di campi di detenzione da 5mila posti l’uno.
Ufficialmente i campi dovrebbero far fronte a "emergenze nazionali legate a straordinari flussi migratori, disastri naturali, o per supportare il rapido sviluppo di nuovi programmi che richiedono spazi di detenzione addizionali".
Specie quest’ultima motivazione ha allarmato molti osservatori critici dell’Amministrazione Bush, vista la vaghezza sul contenuto dei "nuovi programmi" preventivati.
Daniel Ellsberg, esperto analista militare e ricercatore del MIT (Massachussetts Institute of Technology), ritiene che le strutture potranno essere utilizzate in caso di "rastrellamenti di mediorientali, musulmani e dissidenti che avverranno dopo il prossimo attacco stile 11 settembre".
Mentre secondo Peter Dale Scott, dell’Università californiana di Berkeley, "verranno usati per imprigionare cittadini americani nel caso l’amministrazione Bush dichiari la legge marziale".

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