Filantrocapitalismo

Un neologismo che potrebbe divenire di uso comune  nel futuro.
Dopo la complessa operazione finanziaria, ritenuta di fatto una fusione, tra la fondazione Bill & Melinda Gates Foundation e la Warren Buffet’s gift è nata una organizzazione destinata ad attività filantropiche  con assetti finanziari  pari a quasi 60 miliardi di dollari complessivamente, costituiti dalle donazioni di  due tra gli uomini più ricchi del mondo, Bill Gates e Warren Buffet, che hanno destinato a questo scopo una parte davvero  cospicua delle loro enormi ricchezze.
Si stima che ogni anno la fondazione potrà erogare risorse per circa 3 miliardi di dollari, circa 5 volte di più di quanto viene speso da una struttura internazionale quale l’Unesco.
Opererà prevalentemente nei settori della sanità e dell’educazione.
Sarà impegnata anche in attività di ricerca: uno degli obiettivi è quello di trovare un antidoto alla febbre nera  diffusa nel Bangladesh.
Nel Mondo e, in particolare negli Stati Uniti, sono presenti altre fondazioni (*) impegnate nel sociale e nella cultura che sempre più sostituiscono lo Stato nelle attività di assistenza, educazione e sanità.
E’ innegabile l’altruismo di  questi potenti della terra, che pur rimanendo straricchi,  sono disposti a  rinunciare ad una parte delle loro fortune  per destinarle ad altri.
Sorge spontanea, comunque,  una riflessione.
In una società  che, grazie agli enormi sviluppi della scienza e della tecnica,  dispone sempre più di prodotti e servizi voluttuari, il bene e il futuro di tanta gente (anche appartenente ai paesi più ricchi) dipende ancora dalla  generosità di privati, analogamente a quanto accadeva nei secoli scorsi.
Ma allora, questo Pianeta è davvero cambiato?

(*) Stiching Ingka Foundation Ikea (38 miliardi di dollari); The Welcom Trust  (20 miliardi di dollari); The Ford Foundation (10 miliardi di dollari); The Robert Wood J. Foundation  (8 miliardi di dollari) nonché J.P. Getty Trust, Lilly Endowment, Fondazione Cariplo, W.K. Kellog Foundation, Fondazione Monte Paschi Siena, tutte con patrimoni di svariati miliardi di dollari.

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