Morales nel mirino degli Stati Uniti?

Il presidente boliviano Evo Morales ha accusato gli Stati Uniti di attività volte alla "cospirazione" contro il governo di La Paz. Agenti americani si sarebbero infatti infiltrati nel paese, spacciandosi per studenti o turisti, allo scopo di promuovere attività destabilizzanti. Secondo le informazioni in suo possesso, Morales ha addirittura accusato Washington di attentare alla sua stessa incolumità.
Dall’ambasciata americana di La Paz giunge una secca smentita, si tratterebbe di "accuse senza fondamento". La stessa ambasciata non nega però l’irritazione dell’Amministrazione Bush per il nuovo corso politico intrapreso dalla Bolivia, con la nazionalizzazione degli idrocarburi e il progetto di riforma agraria che espropria i latifondi, nonché le alleanza politiche strette con altri paesi mal visti a Washington: Venezuela e Cuba.
Ma queste non sono le sole tensioni internazionali che deve affrontare la Bolivia. Anche il Brasile ha visto intaccati i suoi interessi (e in particolare quelli della compagnia petrolifera Petrosur) con il decreto di nazionalizzazione delle risorse energetiche. Il presidente Lula ha quindi deciso di inviare soldati a presidiare il confine tra i due stati.

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