L’agenda del Bilderberg sul futuro mondiale

Ogni anno, un gruppo di persone si riunisce in qualche amena località per confrontarsi, analizzare, discutere la situazione politica ed economica mondiale. Non sono uomini o donne qualunque, sono le persone più potenti del pianeta. Il gruppo si chiama Bilderberg, dal nome dell’hotel olandese in cui si svolse la prima di queste riunioni, oltre cinquanta anni fa.
In prevalenza sono americani ed europei: grandi finanzieri ed industriali, esponenti del mondo politico e diplomatico, analisti che provengono da altre note lobbies, soprattutto anglosassoni (Council of Foreign Relations, Trilateral Commission, Fondazione Rotschild, ecc.).
Obiettivo perseguito è mantenere il riserbo sui contenuti di queste riunioni, ma da qualche anno un giornalista indipendente, James Tucker, riesce a fornire, non si sa come, succose indiscrezioni. Magari imbeccato da qualche esponente dello stesso Bilderberg.
Si viene così a sapere che nell’ultima riunione svoltasi ad Ottawa a giugno, i potenti globali hanno parlato di petrolio (erano presenti David Rockefeller per la Exxon, la regina Beatrice d’Olanda per la Shell, Franco Bernabè del Rotschild Group europeo) trovandosi d’accordo sulla necessità di mantenere alto anche in futuro il prezzo del greggio, sui 70 dollari.
Poi di America Latina, concordando sulla pericolosità delle politiche di alcuni paesi, su tutti il Venezuela di Hugo Chavez, che mina col suo peso e le sue alleanze progetti come l’accordo Nafta (un’area di libero scambio tra i paesi nordamericani e Messico che si vorrebbe estendere a tutto il subcontinente) che preme molto ai rappresentanti del Bilderberg.
L’unico terreno di scontro è stato sull’atteggiamento da tenere nei confronti dell’Iran. Pare si sia creata una frattura tra gli americani, fautori della linea dura contro il programma nucleare degli ayatollah, e gli europei, più cauti e propensi alla diplomazia. Anche nel 2003, alla vigilia dell’invasione in Iraq, pare si fossero verificate le stesse divisioni. In quel caso prevalsero alla fine le posizioni degli americani. Stavolta chi vincerà?
La situazione comincerà a chiarirsi comunque presto, essendo slittato solo di una settimana l’incontro tra Javier Solana (Alto Rappresentante della UE per le questioni estere) e Alì Larjani (mediatore iraniano per il nucleare) previsto per il 5 luglio.

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