Kosovo: prosegue la pulizia etnica

Morte e devastazione continuano ad accompagnare la minoranza serba in Kosovo.
Dal 1999, dopo l’ingresso delle truppe Nato in Kosovo, è stata scatenata una feroce contropulizia etnica  riassumibile in questi scarni ma significativi dati: 1300 serbi, rom e albanesi moderati uccisi, altrettanti  scomparsi, 150 chiese e monasteri ortodossi, distrutti o incendiati, oltre 200.000 serbi  fuggiti dal paese. Nel 2004 l’opera di pacificazione (?) era stata interrotta con il drammatico pogrom di marzo. Ora, nuovamente, disordini, omicidi, cimiteri dissacrati, chiese devastate. L’eredità balcanica  è sempre più pesante.
In Italia non si parla volentieri del Kosovo. Solo l’ex generale Mini, che comandava la Kfor, ripete che lì la realtà tornerà esplosiva.
Quale sarà la politica dell’Italia, uno  dei grandi paesi dell’Europa, il più vicino ai Balcani? Sarà solo in ossequio alle decisioni prese in altra sede, o farà sentire la propria voce con idee e piani adeguati alla drammaticità della situazione ed ai nostri interessi geopolitici? Speriamo che l’attuale ministro degli Esteri, al tempo della guerra contro la Serbia, Presidente del Consiglio, sia più maturo e coraggioso rispetto al 1999.

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