Scudo missilistico per la Polonia

Il ministro della Difesa americana Donald Rumsfeld ha chiesto al Congresso uno stanziamento di 59 milioni di dollari per la costruzione di siti anti-missile in Polonia. La Casa Bianca sostiene che l’operazione va inquadrata in un contesto di protezione del continente europeo da "attacchi dal Medio Oriente in relazione al programma nucleare iraniano".
L’operazione ha provocato l’irritazione di Mosca. Appare infatti evidente la strumentalità del progetto visto che Teheran non possiede e non sarà in grado di possedere nei prossimi anni missili balistici in grado di raggiungere l’Europa. Al contrario, la scelta della Polonia, paese cuscinetto tra UE e Russia e apertamente filo-Nato, sembra molto più un segnale lanciato verso Est.
La risposta non ha tardato ad arrivare. Il generale Yuri Baluyevsky, dello Stato Maggiore russo, ha dichiarato: "Che possiamo fare? Andate avanti e fatevi questo scudo stellare, ma pensate cosa può cadervi sulla testa dopo. Io non prevedo un conflitto nucleare tra la Russia e l’Occidente. Non abbiamo questi piani. Ma si capisce che i Paesi che sono parte di questo scudo aumentano i loro rischi".
La questione, dunque, si pone più come politica che militare, e dimostra ancora la divergenza tra interessi atlantici e continentali: quale vantaggio trae l’Europa dall’ospitare sul suo territorio un sistema missilistico che crea un solco con quella Russia che al contrario dovrebbe diventare un alleato strategico? Il silenzio dei vertici europei sul problema risulta assordante.

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