Addio dell’Argentina al FMI

Almeno 350mila persone hanno partecipato a Buenos Aires alla grandiosa manifestazione che celebra l’indipendenza argentina del 25 maggio. Il presidente Nestor Kirchner, durante il discorso pubblico, ha evidenziato il nuovo corso del paese che sta uscendo dalla crisi finanziaria che l’aveva ridotta, appena quattro anni fa, sul lastrico.
Kirchner ha affermato: “Eravamo tormentati da coloro che dicono che bisogna pagare prima le banche e poi la popolazione. Abbiamo dimostrato fermezza e siamo riusciti a costringere coloro che avevano saccheggiato il paese a cedere”.
Alla sua elezione Kirchner doveva risollevare un’Argentina con il 60% della popolazione in stato di povertà, il 30% in stato di indigenza, ed un tasso di disoccupazione che si attestava sul 26%. Questo portò il nuovo governo a staccarsi dalle ricette del Fondo Monetario Internazionale che quella crisi aveva provocato e che cercava di non pagarne le conseguenze.
“Con il vostro sostegno abbiamo potuto costruire un’Argentina diversa”, ha detto ancora Kirchner davanti alla folla di Plaza de Mayo, “abbiamo ottenuto una storica cancellazione di 100 miliardi di dollari di debito privato. Per la prima volta nella storia noi argentini abbiamo potuto vincere la battaglia e costringere chi saccheggiava il paese a cedere, e abbiamo risparmiato 70 miliardi di dollari”.
La ripresa argentina ha stupito il mondo ed in particolare i paesi del terzo mondo dimostrando che distaccarsi dalle politiche neoliberiste è possibile. La visione di Nestor Kirchner è chiara: “Da questa Plaza de Mayo io dico formalmente ‘ciao’ al Fondo Monetario Internazionale. L’Argentina ha pagato il suo debito. Non dipende più dal FMI […] Gli sforzi quotidiani contro questi interessi sono impegnativi. Essi possono cedere un momento ma cercano sempre di riprendere l’iniziativa. Per questo chiedo al popolo argentino di aiutarmi. Unitevi a me nel combattere questa battaglia di cui l’Argentina ha bisogno. Se le cose vanno bene per l’Argentina andranno bene anche per i lavoratori, per i ceti medi, per gli imprenditori del paese, per chiunque è parte della Patria”.

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