Chi ha ucciso Rafik Hariri?

Il criminologo tedesco Jurgen Cain Kubel ha recentemente pubblicato un dossier sull’assassinio dell’ex premier libanese Rafik Hariri avvenuto a Beirut il 14 febbraio 2005 per mezzo di un’autobomba. L’attentato provocò la destabilizzazione dell’intero Libano e determinò, in quella che venne definita “la rivoluzione dei cedri”, il ritiro delle truppe siriane che da oltre vent’anni avevano sul paese una sorta di protettorato.
Un rapporto ufficiale delle Nazioni Unite identificò proprio nei siriani i mandanti della strage, ma secondo Jurgen Kubel non esisterebbero in realtà prove contro Damasco. Il rapporto passò in seno all’ONU sfruttando la debolezza del Segretario generale Kofi Annan (il cui figlio è indagato per tangenti nel programma Oil for Food per l’Iraq) e basandosi su dichiarazioni di falsi testimoni che hanno in seguito ritrattato.
Secondo Kubel, le prove da lui rinvenute durante le sue investigazioni indipendenti porterebbero a trovare i responsabili da tutt’altra parte. La scoperta più rilevante è in merito alle sofisticate apparecchiature elettroniche utilizzate dagli attentatori. Sostiene Kubel: “Le persone che hanno fornito le apparecchiature venivano da una azienda israeliana. L’ho potuto stabilire senza ombra di dubbio, anche se questo fatto non è stato menzionato dalla commissione dell’Onu. Ho parlato con uno dei proprietari di questa azienda, un vecchio membro dei servizi segreti dell’esercito israeliano”.
Secondo Kubel, dietro l’attentato ci sarebbero esponenti neo-conservatori americani, esponenti dell’estrema destra israeliana e politici libanesi in esilio, tutti interessati a creare un contesto di destabilizzazione e tensione in Libano in funzione anti-siriana, e che avevano vecchi conti in sospeso con il potente Rafik Hariri.

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