Il Nepal verso la democrazia

Dopo quindici giorni di proteste e scontri tra le forze di sicurezza e il popolo in rivolta, il sovrano del Nepal Gyanendra ha deciso di cedere il potere esecutivo ai partiti politici.
Nel febbraio del 2005, il monarca aveva licenziato l’esecutivo in carica, accusandolo di non essere in grado di bloccare la sanguinosa guerriglia portata avanti dai ribelli maoisti fin dal 1996, e sostanzialmente annullato qualsiasi potere legislativo autonomo del parlamento. Da quel momento un nuovo governo da lui nominato si era sostituito al precedente.
Girija Prasad Koirala, principale leader del movimento di opposizione, dopo aver avviato una fase di consultazione con tutti i principali partiti politici coinvolti dal processo di democratizzazione, ha accettato l’incarico di primo ministro.
Dopo un’intensa fase di mediazione condotta dallo stesso Koirala tra i partiti democratici alleati (Spa), il nuovo governo ha prestato giuramento. Un fatto di rilevante importanza è costituito dall’assenza del sovrano durante le fasi del giuramento del nuovo esecutivo.
Preoccupazioni giungono però da più parti, dovute sia alle non buone condizioni di salute del primo ministro sia al precario equilibrio esistente tra i partiti democratici, impegnati più a contendersi posizioni istituzionali di prestigio che a lavorare per ridare nuovo smalto all’immagine del Nepal, danneggiata da più di anno di gestione dittatoriale del sovrano Gyanendra.

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