Al-Zarqawi, di nuovo

Ha destato scalpore e massima diffusione mediatica la comparsa in video del terrorista di origine giordana Abu Musab Al-Zarqawi, luogotenente di Bin Laden in Iraq. L’Ansa riferisce che il video è stato rinvenuto dai servizi segreti italiani in un sito internet islamico. L’intelligence americana ne ha subito certificato l’autenticità.
Perché Al-Zarqawi si mostra allo scoperto proprio in questo momento? Il commentatore di origine egiziana Magdi Allam ritiene che il video denoti la debolezza del terrorista giordano che con questo gesto clamoroso vorrebbe riaffermare la propria leadership, evidentemente indebolita, nella galassia terroristica islamica.
Infatti, oltre il clamore mediatico, il video ha scarso significato politico: Zarqawi si limita a riproporre l’appello alle masse mussulmane di unirsi ai mujaheddin per la lotta contro i “crociati”, e a dirsi sicuro che il potente ma pavido esercito americano sarà alla fine sconfitto in Iraq.
L’operazione potrebbe avere anche un altro scopo. Non si era ancora spenta l’eco della notizia trapelata da un documento riservato del Pentagono e pubblicata sul Washington Post secondo cui durante questi anni i servizi americani hanno artificiosamente ingigantito la figura di Zarqawi e addirittura falsificato alcuni suoi documenti, come una lettera scritta a Bin Laden. Quasi a voler smentire quel rapporto ecco apparire nella sua materialità il fantasma del terrorista.
Anche l’ultima apparizione video del medico egiziano Al-Zawahiri, considerato l’ideologo di Al Qaeda, in cui si invitava le masse musulmane a protestare contro le vignette satiriche sul profeta Maometto pubblicate dai giornali occidentali, avveniva dopo che sulla stampa erano comparse rivelazioni che indicavano legami tra il direttore del giornale danese, che per primo aveva pubblicato le vignette, e Daniel Pipes, uno dei massimi rappresentanti del gruppo neo-con americano e membro del PNAC (Project for a New American Century).

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