Oro nero o peste nera?

La Nigeria è l’ottavo paese per esportazione di greggio e il quinto fornitore degli Usa; il suo greggio è pregiato per le benzine e viene quotato sul mercato del Brent. Le recenti azioni di sabotaggio, i sequestri di tecnici occidentali e i continui scontri con l’esercito, per opera del MEND, hanno ridotto di oltre un quinto la produzione di greggio nigeriana, contribuendo alla crescita del prezzo del petrolio sul mercato mondiale.
Il MEND (Movimento per l’Emancipazione del Delta del Niger) appare come il gruppo meglio organizzato, addestrato ed equipaggiato che sia mai stato attivo in questa regione pantanosa e turbolenta.
Tra le rivendicazione del MEND c’è la richiesta alla Shell, che estrae circa metà del greggio nigeriano, di pagare 1,5 miliardi di dollari in compensazioni per i danni ambientali prodotti, così come prevede – senza che sia mai stata applicata dal governo – la legge vigente in Nigeria.
Nel Delta del Niger le cause del conflitto appaiono evidenti: attorno ai terminali petroliferi le comunità locali mancano di tutto, dall’acqua potabile all’elettricità. La terra e i bacini di pesca sono compromessi dall’inquinamento senza che le popolazioni locali abbiano tratto alcun beneficio dall’industria petrolifera, che opera ancora secondo lo stile dello sfruttamento coloniale.

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