Il dollaro nella tempesta?

La Banca Asiatica per lo Sviluppo (Asian Development Bank – ADB) ha lanciato un allarme circa una possibile crisi finanziaria che investa la divisa americana, il dollaro, portando ad una sua svalutazione stimabile tra il 15 e il 40%. Questo crack avrebbe ovviamente ripercussioni sulle economie di tutto il pianeta determinando una crisi le cui conseguenze potrebbero divenire incontrollabili. Già da tempo numerosi analisti avevano indicato il dollaro come eccezionalmente sovrastimato e molti paesi e organizzazioni internazionali starebbero cercando di convertire le loro riserve monetarie in euro.

In realtà l’annuncio della ADB appare più come una minaccia che un allarme, dato che, a dispetto del nome, i maggiori azionisti di questa banca sono proprio gli Stati Uniti insieme al Giappone. È dunque possibile che la minaccia camuffata da avvertimento sia rivolta verso quei paesi, come la Cina, che detengono riserve record di dollari e le cui economie potrebbero essere travolte da una crisi come quella annunciata.

Paradossalmente sarebbero proprio i cinesi i più interessati ad evitare la crisi lasciando, ad esempio, la mano libera alla potenza militare americana nella risoluzione delle tensioni con l’Iran, e non interferendo dunque nel raggiungimento del pieno controllo delle risorse energetiche in Medio Oriente e Asia centrale.

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