Corsa ai beni rifugio

Oro nero e oro giallo volano sull’ottovolante dei prezzi. Il petrolio naviga  stabilmente sui 70 dollari al barile con punte che raggiungono i 71. Le previsioni sono rialziste anche per i prossimi mesi.
Le cause? Una parte dell’informazione scova, di volta in volta, una ragione contingente: l’instabilità nel delta del Niger, il cattivo tempo nel golfo del Messico, i sabotaggi in Iraq… Non c’è dubbio che questi siano fatti reali. Bisognerebbe però porsi una domanda. Eventi negativi sotto il profilo meteorologico, sommovimenti sociali o altro sono incidenti della vita di sempre e dovrebbero già far parte del computo delle previsioni (e delle conseguenti pianificazioni).
Se però, malgrado tutto questo, il prezzo da circa tre anni ha seguito un andamento in costante ascesa, il motivo è da ricercarsi in una crescente difficoltà di assicurare  approvvigionamenti adeguati a fronte di una domanda in crescita. Nel futuro esistono due grandi incognite: i paesi OPEC dimostreranno di disporre delle riserve che ufficialmente asseriscono di possedere? E la Russia riuscirà ad incrementare la produzione come afferma?
Anche il prezzo dell’oro, da alcuni anni, sta veleggiando verso livelli imprevisti. In questo periodo oscilla intorno a 600 dollari l’oncia. Alcuni analisti prevedono quota 850 dollari a breve.
Così, per il rame ed altre commodities, l’andamento dei prezzi è  in costante ascesa.
"Come ai tempi della guerra…" dichiara Il Manifesto (del 14 aprile a firma di Francesco Piccioni). Forse non è proprio così, ma ce n’è abbastanza per non stare tranquilli.

Print Friendly, PDF & Email