Attentati a Madrid: Al Qaeda non c’entra

Sono terminate le indagine delle autorità spagnole sugli attentati terroristici alle stazioni di Madrid dell’11 marzo 2004 che provocarono 191 morti. L’agenzia Associated Press riferisce che il risultato ottenuto dagli inquirenti è di non aver trovato nessun collegamento tra i terroristi responsabili (in gran parte marocchini) ed Al Qaeda. Il gruppo, insomma, sarebbe stato formato da "cani sciolti" che hanno agito del tutto autonomamente.

Altri particolari fanno permanere molti dubbi sulla vicenda. Il primo elemento è che gli affiliati del gruppo attualmente in carcere sono tutti personaggi minori. Non esiste traccia né dei mandanti né degli ideologi del gruppo. Del resto, i capi operativi dell’operazione sono morti per essersi fatti esplodere dentro un appartamento dopo la loro individuazione da parte della polizia spagnola. Ancora più inquietante è la relazione esistente tra molti dei terroristi in carcere (già conosciuti dalla polizia spagnola per essere piccoli malavitosi e non pericolosi terroristi) e due confidenti (spagnoli) della Guardia Civil e della Polizia nazionale. Secondo il giudice Juan Del Olmo sono stati i due spagnoli a rifornire il gruppo islamico di esplosivi e ad istruirli sul loro utilizzo (fonte: effedieffe.com).

Questi elementi ricordano in maniera esemplare metodologie usate in Italia durante la strategia della tensione negli anni ’70. Resta da capire lo scenario di fondo. Gli attentati di Madrid determinarono la sconfitta del governo conservatore e la vittoria dei socialisti alle elezioni che si tennero pochi giorni dopo, sull’onda emotiva di quegli eventi. Qualcuno dunque sbagliò i calcoli o si aveva proprio interesse a punire il governo Aznar?

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