Un muro d’acqua sulla Palestina

La costruzione del "muro di difesa" in Cisgiordania da parte delle autorità israeliane è ormai giunto a compimento. I suoi effetti benefici per Tel Aviv non hanno mancato di farsi sentire. Gli eventi terroristici da parte palestinese, motivo ufficiale della costruzione del muro,  sono ormai ridotti a pochi casi sporadici, ma altre ricadute appaiono evidenti.
Alcune ONG attive in Palestina hanno denunciato che la costruzione del muro ha di fatto consentito l’annessione delle più importanti riserve idriche della regione, come quella di Nazlet Isa, a nord-ovest della Cisgiordania. La costruzione del muro avrebbe seguito la dislocazione di queste risorse, i due tracciati "coincidono al 100%" ha affermato Abdul-Rahma Tamimi del Palestinian Hydrology Group.
Hind Khoury, già ministro dell’Autorità palestinese, ha affermato: "Con il muro gli israeliani hanno cercato in maniera evidente di prendere le risorse d’acqua e di sbarazzarsi dei villaggi. Senza acqua non c’è vita. La politica israeliana consiste da sempre nel cercare di spingere i Palestinesi verso il deserto".

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