Sotto uno stesso cielo

HERO (Ying Xiong)
soggetto, sceneggiatura e regia: Zhang Yimou

Cina 2002

Sarà una recensione ellittica.
Tutto quello che hanno detto di questo film, che sia inferiore all’aggettivo bellissimo, è falso. E non è questione soggettiva: per dire il contrario bisogna essere ciechi, e anche un po’ ottusi.

Per una volta il bello è lo splendore del vero. In modo mirabile viene restituita l’anima della Cina, con citazioni espresse ed accurate: i voli, i combattimenti sull’acqua, il Senza Nome che è alla fine un Vuoto fra le frecce. Che gli effetti speciali potessero essere usati a fin di bene, era noto, e HERO lo dimostra. Che le comparse delle scene di massa siano state messe a disposizione dall’esercito cinese, si vede anche quello. Straordinario il dominio della forma: non c’è una sbavatura, e non annoia.
I contenuti sono del più alto livello umano: veramente non c’è altro da dire, sul punto. Ogni parola sarebbe di troppo.
In cinese il titolo suona EROI. Ed in effetti, sotto uno stesso cielo, è giusto il plurale. Guardate bene le didascalie finali, guardate bene quella che dice: il Nostro Paese. Ognuno ha il paese che si merita.
Che poi ci abbian messo il cappello gli Stati Uniti con Tarantino, la Miramax e compagnia cantando: beh, è proprio solo il cappello, e non c’entra nulla, ma proprio nulla. Meno di zero. Canali, tubature: forse il loro destino, essere medium.
Ying Xiong: splendido esempio di espressione artistica, di spiritualità pura, di elevati sentimenti, di nobile amore della patria, di possente aspirazione alla concordia degli uomini. Dopo HERO la parola pace ha un altro sapore: quello che ha sempre avuto dal principio dei tempi, e che avevamo dimenticato.
E la gente sa di una Cina che, nella sua parte migliore, ha presentato un formidabile biglietto da visita al mondo: da ogni punto di vista.
E che questa Cina sta sotto uno stesso cielo: con noi.
buona Visione.

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