Brava Clarissa (e bravo Gianni!)

Quando i circuiti alternativi battono quelli "ufficiali"

Sul CORRIERE DELLA SERA dell’11 febbraio 2003, a pagina 8, compare un lungo articolo di Gianni Riotta. Il bravo giornalista si è letto The Threatening Storm (la tempesta minacciosa) di Kenneth Pollack, analista della CIA, e colui che avvisò Bush padre che l’Iraq stava per attaccare il Kuwait (e su questa faccenda diciamo solo: un altro casus belli fabbricato non male). Come membro del National Security Council, Pollack ripeté per anni a Clinton che l’Iraq non era ancora piegato e sopravviveva grazie a contratti petrolio-contro-armi conclusi con Russia, Cina e Francia.

Ma Riotta dedica gran parte del suo articolo alla storia del PNAC (Project for a New American Century), di cui la svelta CLARISSA ha raccontato più di qualcosa ai suoi frequentatori fin dall’autunno dell’anno passato. Il 29 maggio 1998 ai leader repubblicani del Congresso venne indirizzato un appello, firmato da Dick Cheney e Donald Rumsfeld, in cui si diceva: “Occorre cacciare Saddam, stabilire e mantenere una possente presenza militare americana nella regione, pronti a difendere i nostri interessi nel Golfo Persico”.

Altri firmatari?

Bill Kristol, direttore del foglio conservatore Weekly Standard.

Elliot Abrahams, vecchio falco conservatore reaganiano.

Paul Wolfowitz, attuale vicesegretario di Stato alla Difesa.

Stephen Cambone, attuale vice di Wolfowitz (Riotta non lo dice, integriamo noi)

John Bolton, attuale sottosegretario alla Difesa.

Richard Perle, stratega di Bush al Defense Science Board.

Richard Armitage, attuale vice di Colin Powell al Dipartimento di Stato.

Zalmay Khalilzad, attualmente diplomatico in Afghanistan.

“Il gruppo”, riferisce Riotta, “si battezza Progetto per un Nuovo Secolo Americano. L’attacco di Al Quaeda vede gli uomini del Progetto non più sparsi per i centri studio, ma saldi ai posti di comando dell’America”.

Il resto dell’articolo contiene diversi particolari interessanti, ma soprattutto chiarisce abbastanza bene il peso degli uomini dello PNAC – e siamo solo ai nomi più famosi – nell’attuale gestione della politica estera americana, peraltro rappresentata in modo un po’ sommario sia rispetto al pensiero dello PNAC stesso, sia in confronto con le analisi di CLARISSA. Ma Riotta, che fra l’altro è un romanziere di pregio (Il principe delle nuvole ve lo consigliamo di cuore, Albareda no, ma solo perché non l’abbiamo ancora letto) farà senz’altro meglio in futuro. Dopotutto, lui è a New York, e chi cerca trova.

Come ha fatto Clarissa, appunto, un po’ prima di Riotta, e un po’ più estesamente, e lavorando su fonti primarie, il che non guasta. Pollack sarà anche simpatico, ma i documenti originali ci piacciono di più. In attesa di leggere le nuove scoperte del bravo Gianni, e di comperarci The Threatening Storm, una considerazione e un impegno.

La considerazione: fin quando non blinderanno tutto, oggi chi vuole può reperire, analizzare, intepretare e conoscere aspetti rilevanti della geostrategia, qualche volta prima e meglio dei grandi circuiti mediatici. Grazie a Internet, a un minimo di conoscenze di base, e soprattutto alla volontà di farlo. La scusa “ma non ci hanno detto niente” non vale più. Cominciate a riflettere su questo fatto. La democrazia è volontà: volontà di pensare e di conoscere.

L’impegno: vi tradurremo almeno le 90 e più pagine dello studio PNAC: Rebuilding America’s Defences: Strategies, Forces and Resources For a New Century (settembre 2000). Potrebbero essere di immediata utilità. Come dire? Guardare un film con la sceneggiatura in mano.

Noi speriamo ancora che il film sia diverso dalla sceneggiatura, e più bello, ma non si sa mai.

E ogni tanto riflettete sulla storia di Gianni e Clarissa e, invece di piangervi addosso, cominciate a pensare. E’ ora di spezzare il (quasi) monopolio dell’Intelligence e, prima ancora, quello dell’intelligenza.

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