La sostenibilità ambientale di Elon Musk

Il razzo Falcon 9 lanciato da SpaceX di Elon Musk lo scorso luglio dalla base spaziale di Vandenberg, in California, potrebbe aver fatto un buco nella ionosfera terrestre di circa 900 km di diametro, secondo un’analisi delle immagini del lancio fatta dal fisico spaziale Jeff Baumgardner, dell’Università di Boston.

La ionosfera è uno strato intorno alla Terra costituito dal quarto stato della materia, il plasma, con un mare di particelle cariche elettricamente che fluttuano a circa 80-650 km sopra la superficie terrestre e assorbono le radiazioni solari.
«Si tratta di un fenomeno ben studiato, quando i razzi bruciano i loro motori da 200 a 300 km sopra la superficie terrestre» ha dichiarato Jeff Baumgardner.

Ricerche precedenti hanno dimostrato che, con l’aumento del numero di lanci di razzi in tutto il mondo, questi buchi nella ionosfera stanno diventando sempre più comuni. È stato inoltre dimostrato che il movimento dei razzi attraverso la ionosfera genera grandi perturbazioni che viaggiano più velocemente della velocità del suono e generano onde d’urto nello strato di plasma. I razzi scaricano una grande quantità di anidride carbonica che potrebbe ridurre il processo di ionizzazione di oltre due terzi.

Che conseguenze hanno per il nostro pianeta e per il clima questi buchi che permettono il passaggio delle radiazioni solari?

Buchi rossi in cielo

I buchi “perforati” nella ionosfera dai razzi sono visibili anche a occhio nudo per il loro caratteristico colore rosso, dovuto agli ioni di ossigeno in questo strato che reagiscono con gli elettroni dello scarico del razzo.

Gli appassionati di osservazione del cielo della California meridionale hanno assistito a qualcosa di decisamente fuori dalla norma. «Dopo che il razzo è passato sopra di noi, un bagliore rosso fluorescente si è espanso verso sud e ha attraversato la Via Lattea» ha dichiarato a spaceweatherarchive.com il fotografo Jeremy Perez.

Le immagini del cielo sopra l’Arizona, dopo il lancio, mostravano un debole bagliore rosso nella scia del razzo: «Questo è un fenomeno ben studiato quando i razzi bruciano i loro motori a 200-300 km sopra la superficie terrestre», ha dichiarato Baumgardner a spaceweatherarchive.com.

Il caratteristico colore rosso del buco nella ionosfera è il risultato degli ioni di ossigeno che reagiscono con lo scarico del razzo e rilasciano una luce della stessa lunghezza d’onda delle aurore rosse.

Nel 2017, un razzo Falcon 9 aveva creato un buco di 900 km di larghezza che è durato dalle due alle tre ore a causa dell’effetto aggiunto delle onde d’urto, dovute al fatto che il razzo è salito in verticale, invece di viaggiare più parallelamente alla superficie terrestre come nei precedenti lanci della NASA.

Il buco nella ionosfera ha avuto anche un impatto sui sistemi GPS, alterando la precisione della posizione di qualche metro.

I pericoli per la salute

La ionosfera aiuta la Terra ad assorbire alcune delle radiazioni nocive e altamente energetiche provenienti dal Sole, tra cui i raggi X, i raggi gamma e i raggi UV.

Per questo i lanci di razzi possono essere dannosi per la salute. Un articolo pubblicato da The Time afferma che il Falcon 9 utilizza una miscela di ossigeno liquido e cherosene semplice, scaricando fuliggine nera direttamente nell’atmosfera.

L’articolo afferma che il carburante bruciato rimane nello spazio fino a cinque anni, contribuendo al cambiamento climatico. L’articolo cita uno studio della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) che calcola che i lanci di razzi a livello globale scaricano circa 1.000 tonnellate di fuliggine all’anno nell’alta atmosfera.

Come conseguenza, gli abitanti dell’emisfero settentrionale sarebbero maggiormente esposti al rischio di radiazioni UV nocive, afferma Christopher Maloney, autore principale del rapporto. Una più frequente e intensa esposizione alle radiazioni UV rappresenta il maggior rischio di tipo ambientale per lo sviluppo del melanoma.

La ricerca del NOAA è stata pubblicata sul Journal of Geophysical Research Atmospheres, con il titolo “The Climate and Ozone Impacts of Black Carbon Emissions From Global Rocket Launches”.

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