Un eroe pessimo ritorna più intrigante che mai, il Robin di Tomasi

A nessuno piace Robin.
Nel 1989 fu addirittura un sondaggio telefonico a decretare la morte del Ragazzo meraviglia di allora. Quelli sì che erano tempi! Squillava il telefono e non era l’ennesima offerta di gas e luce o telefonia, ma si poteva contribuire ad uccidere l’insopportabile spalla di Batman.
Non ricordo referendum più riusciti nel mondo democratico occidentale dopo quell’anno… Deve essere perchè Peter J. Tomasi è riuscito finalmente a rendere Robin l’intrigante protagonista di un nuovo fumetto. Parlo del recente e appassionante Batman e Robin: Nato per uccidere.

 

Damian Wayne è il figlio di Talia Al Ghul e di Batman, addestrato per anni dalla Lega degli Assassini della madre ora si è riunito al padre ed ha raccolto il mantello di Robin. Un Robin come non si era mai visto, pronto a colpire duro, tendenzialmente violento e brutale nei suoi metodi, freddo di fronte alla morte.
Per Bruce Wayne e per Batman, per il padre e per il vigilante mascherato, è dura tenere a freno il figlio, rieducarlo, insegnargli a dominare la propria forza letale e tramandargli una legge interiore. È arduo per il Cavaliere Oscuro trattenere Damian che è nato e cresciuto per uccidere, come la madre ha voluto che fosse.
Un’ombra si allunga dal passato silenziosa e micidiale, è un assassino di nome Nessuno ed è determinato a liberare Batman dai suoi metodi fallimentari. È tempo di essere spietati e Damian è l’allievo adatto. Nessuno è pronto ad assecondare la natura violenta del ragazzo.
A questo punto, qualsiasi via è pericolosamente segnata dal sangue. Sangue fresco, sangue colpevole, legami di sangue.
È una sottile linea rossa quella che porta nuova linfa al Dinamico Duo.

 

Quando, durante l’acclamata gestione di Grant Morrison, comparve il figlio di Batman, lo ammetto, storsi un po’ il naso (un po’ meno di quando irruppero sulle pagine i pipistrelli ninja assassini, sì, letteralmente). Non avrei immaginato nemmeno lontanamente che questo personaggio nuovo potesse regalare simili sorprese una volta preso nelle giuste mani.
Peter J. Tomasi non è uno che abbia scritto storie particolarmente famose, ha sceneggiato un po’ di tutto alla DC Comics, ma questo volume è qualcosa di sensazionalmente nuovo e vivace, con colpi di scena e azioni spettacolari, anche grazie all’eccellenza dei disegni di Patrick Gleason.

 

Sin dalle storie più importanti di Batman emerge il tema della forza letale.
Batman non uccide. È questa muta regola che si è dato a caratterizzare molti dei suoi conflitti interiori, e su questo tema hanno saputo giocare molti autori, non tutti con la stessa classe.
Tomasi vi riesce. Non decora grotescamente il supereroe più tenebroso di tutti quei tormenti di coscienza, ma risveglia questo tema antico come le tavole della legge rafforzando la severità della figura di questo eroe.
Batman non transige, è questa una regola che si è dato ed è posta di fronte a lui come un guardiano di pietra. Oltre questo limite l’eroe più oscuro non è che un mostro, indistinguibile dai suoi nemici.
È questa una logica pura e semplice a cui si contrappone altrettanto limpidamente la voce di una generazione nuova, abituata alle crudeltà, cresciuta nella violenza, la voce di Damian, il più oscuro dei Robin, oscuro come il padre, ma ancora giovane e che conosce più cose sul combattimento e sulle armi di quanto non ha sperimentato riguardo all’affetto e il senso della famiglia.

 

Non si leggeva una storia così con Robin dal piacevole Sotto il Cappuccio (2010) di Judd Winick, in cui ritornava alla vita un rabbioso e vendicativo Jason Todd, le cui ragioni di tanto rancore forse erano anche causate da quella sua eliminazione del 1989, ventun’anni prima, tramite sondaggio. Sono dolori che non si perdonano.
Damian Waine ricorda proprio il secondo Robin, riportato in vita con tutto l’astio e la forza punitrice di cui Winick era capace. Era uno storia che funzionava, era un dibattito aperto e un conflitto che si reggeva su delle salde e valide posizioni.
Tomasi ha rinfrescato l’epocale questione e l’ha fatto in perfetta armonia con questi eroi della DC.
Non è per lui soddisfacente discutere in termini di bene e di male, di giusto o sbagliato, di soluzione violenta o definitiva, e di certo non era il caso di dare il colpo di grazia a questo tema.
La risposta di Peter J. Tomasi viene raccolta in un angolo nascosto, non ben visibile, coperta da un’ombra, dietro ad una maschera, tra alle pieghe di un mantello, in un vicolo apparentemente cieco, in una caverna segreta, in un passato nebuloso, in un luogo in cui solo un Cavaliere Oscuro si può addentrare. La risposta, insomma resta nella penombra, visibile solo a chi ha occhi nella notte, e il coraggio di guardare.

 

E per apprezzare definitivamente questo volume non manca la giusta dose di mistero, un nemico che striscia nell’ombra come una lama, finalmente lontando dai chiassosi e appariscenti villains di Batman.
Tutto in questo volume e crudo e tagliente, di una squisita efficacia. I combattimenti sono spettacolari e possenti, gli agguati meticolosi e intelligenti, i piani sottili e arguti, gli esiti decisamente inaspettati.
Bisogna ammetterlo fare quattordici vittime tra le pagine e due scene tra le fiamme senza scadere nella banalità è gran classe. Non tutti ci riescono senza appoggiarsi totalmente all’abilità del disegnatore e senza annoiare subito. L’azione è adrenalininca ed esplosiva. Ad un certo momento potrebbe anche capitare che il lettore speri soltanto di leggere altre scene di combattimento ed esecuzione anche senza trama per il resto del volume, perché sono sequenze troppo ben realizzate.
Invece è anche un volume con dello spessore morale e narrativo. Ottimo lavoro.

 

Mi risparmio il paragrafo sull’elogio del disegnatore, è talmente bravo, raffinato, spettacolare ogni disegno, dalla batmobile alla mimica facciale, che sarebbe per me tedioso trovare nuovi modi originali per elogiarne l’arte.
Semplicemente penso di aver trovato un nuovo disegnatore preferito: Patrick Gleason.

 

Devo ammetterlo questo Robin mi piace moltissimo, anche se è meglio non dirlo in mezzo ai nerd più giovani, inesperti o quelli coriacei, memori delle passate vergogne, insomma quelli che non hanno letto questa storia o hanno troppi pregiudizi per pensare anche solo di sfogliarla.
Posso capirli, Robin non piace a nessuno.
Ma questo non è un Robin qualunque, è Damian, il figlio di Batman, e nelle sue vene scorre il sangue del migliore.

 

NEW 52 LIMITED 13
BATMAN E ROBIN vol.1: NATO PER UCCIDERE

storia di Peter J. Tomasi, disegni di Patrick Gleason
RW Lion, 2014, 19,95

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